Sicurezza sul lavoro, Filca: "Necessaria task force per i lavori del Giubileo"
Roma è nel mirino a causa della grande mole di lavoro che il Giubileo e le opere del Pnrr convogliano nella Capitale. Eppure «poteva essere fatto di più. Qualcosa non ha funzionato», secondo il segretario generale di Filca Roma
Controlli inadeguati, disapplicazione delle norme, mancanza di attenzione da parte dei lavoratori. Le cause degli infortuni sul lavoro non sono riconducibili ad un fattore solo. Ma nella strage silenziosa, secondo i sindacati, concorrono anche controlli fortuiti, affidati a personale numericamente esiguo e mancanze nell’applicazione della normativa.
Sicurezza sul lavoro, le proposte della Filca
Davanti a cifre preoccupanti, la Filca Roma (Federazione italiana lavoratori costruzioni e affini) continua a fare proposte per la sicurezza, che difficilmente trovano applicazione e rimangono lettera morta. Il Testo unico sulla sicurezza sul lavoro, il decreto 81, è il principale riferimento legislativo in Italia sul tema. Questa normativa è tra le più evolute a livello europeo, «ma va modificata», ha affermato Nicola Capobianco, segretario generale della Filca-Cisl di Roma.
Infatti la Filca Cisl, la federazione che rappresenta e tutela i lavoratori e le lavoratrici appartenenti al settore edile, subito dopo la strage di Firenze, ha lanciato 10 proposte per la sicurezza sui cantieri. Tra queste lo scorporo dei costi di sicurezza da un importo soggetto al ribasso d’asta, che porta ad un calo indiscriminato degli investimenti sui rischi del lavoro.
«La proposta della Filca vuole ridefinire gli ambiti dell’appalto, con un investimento di tutti gli attori coinvolti. Perché il problema c’è ed è preoccupante ma si tratta di una responsabilità condivisa, quindi c’è bisogno che tutti si mettano d’accordo, lavoratori, politica e istituzioni», spiega Capobianco. «La questione – continua - non va analizzata in maniera strumentale. C’è bisogno che le istituzioni e i sindacati mettano da parte l’atteggiamento di conflitto che caratterizza il dibattito sulla sicurezza sul lavoro».
I dati
Stando ai numeri, gli incidenti mortali nel settore edile sono 240 nei cantieri del Lazio a partire dal 1° gennaio 2003 al 20 novembre 2023. Di questi 88 a Roma, 146 compresa la provincia e 35 a Latina, 37 a Frosinone, 17 a Viterbo,5 a Rieti.
L’edilizia è più esposta di altri settori, insieme all’agricoltura, ad incidenti mortali. La caduta dall’alto è la causa fondamentale di morte sul lavoro. Tra le altre, riporta la Filca, sono in aumento i casi di operai che hanno perso la vita travolti gru, da un carrello elevatore o da una ruspa, dal crollo di una struttura, colpiti da materiali da lavoro e anche i decessi per seppellimento e folgorazione.
Dal 1° gennaio 2003 al 20 novembre 2023 sono avvenuti 87 incidenti mortali a Roma. E il trend può sembrare in diminuzione se si guardano i 16 morti del 2003 e il 6 morti del 2023. «Ma non ci sono maggiori controlli, gli ispettori non sono aumentati, sono sempre pochi. Un’impresa edile può incorrere in una visita ispettiva una volta ogni 2 anni». Poi c’è un altro elemento, continua Capobianco: «Negli ultimi anni le denunce sono diminuite, perché è aumentato il lavoro non regolare. E se aumenta la precarietà i dati sono distorti».
Il protocollo d'intesa
Roma è nel mirino a causa della grande mole di lavoro che il Giubileo e le opere del Pnrr convogliano nella Capitale. Eppure «poteva essere fatto di più. Qualcosa non ha funzionato», ha affermato il segretario generale di Filca Roma.
Esiste, dormiente, un protocollo d’intesa tra i sindacati, gli imprenditori e il Campidoglio, firmato nel novembre del 2023 che riguarda tutte le opere giubilari. Un protocollo che non ha mai trovato attuazione. Obiettivo dell’intesa doveva essere quello di garantire la qualità del lavoro nei cantieri, a partire dalla sicurezza degli edili e dalla legalità negli appalti. «L’accordo – spiega Capobianco – garantisce il monitoraggio e il tracciamento dei flussi di manodopera, prevede verifiche sugli espropri necessari e una intensa attività di vigilanza».
Dopo la scrittura del protocollo e l’accordo, bisognava tarare il tutto sul lavoro quotidiano, ma non è stato fatto. Secondo Filca «per il Giubileo doveva essere prevista una task force di ispettori del lavoro dedicata a questo settore specifico, vista la tipologia di lavoro che comporta, ma non è stata disposta». Doveva essere creato un sistema di monitoraggio e controllo che fungesse da cabina di regia in grado di intervenire per il rispetto della normativa, ma qualcosa è andato storto.
A sei mesi dall’apertura della Porta Santa, delle 187 opere previste, i progressi dei lavori sono lontani dall’essere ultimati. «Non abbiamo incidenti gravi o mortali, ma non è dovuto a quel protocollo di monitoraggio. Il problema è spesso operativo e ci rendiamo conto, in generale, che qualcosa sta funzionando male» ha concluso Capobianco.
Comments