Maturando del Liceo Plinio rifiuta il voto di 83: «Mi metta 60, questo sistema scolastico non mi rappresenta»
- Redazione La Capitale
- 6 ore fa
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Pietro Marconcini, 19 anni, scrive al ministro Valditara e denuncia una scuola basata solo sulla competizione

Ha conseguito 83 centesimi alla maturità, ma ha deciso di rifiutare quel voto e di chiedere che venga abbassato al minimo, 60 su 100. È la scelta di Pietro Marconcini, 19enne romano, diplomato al Liceo Scientifico Plinio Seniore della Capitale, che ha scritto direttamente al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per esprimere il suo dissenso nei confronti dell’attuale sistema scolastico.
Una lettera contro la scuola «alienante e cieca»
Nella lettera, Pietro denuncia un clima scolastico centrato sulla competizione tossica, in cui l’obiettivo sembra essere solo quello di «attribuire voti», piuttosto che formare cittadini consapevoli. «Per tutte le lacrime versate - si legge nel testo della missiva -, per tutte le crisi nervose avute, per tutte le prese in giro, le critiche subite a causa di un sistema scolastico alienante e cieco, per tutti i sorrisi che ci sono stati sottratti, ministro, io le chiedo di ridurre il mio voto attribuito al termine dell'esame di Stato a 60/100».
Il gesto, maturato dopo «una lunga e profonda riflessione», si inserisce nel contesto più ampio delle proteste simboliche messe in atto da alcuni studenti durante gli orali dell’Esame di Stato 2025, tra cui il silenzio come atto di dissenso, a cui Valditara ha replicato ventilando sanzioni e bocciature.
Rete Studenti Lazio: «Una denuncia forte e chiara»
Secondo quanto riportato dalla Rete degli Studenti Medi del Lazio, quella di Pietro è «una vera e propria denuncia all’intero sistema scolastico e alla logica della valutazione numerica». La rete studentesca ricorda che sono almeno cinque i maturandi che quest’anno hanno rifiutato il voto o boicottato l’orale come forma di protesta.
«Nella lettera di Pietro emergono perfettamente i motivi dei boicottaggi, che però il ministro sembra non voler neanche provare a prendere in considerazione» ha dichiarato Bianca Piergentili, coordinatrice della Rete, criticando quella che definisce «la linea della repressione del dissenso».