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Relazione tecnici sul «Dente cariato» a Termini, recupero ancora lontano

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 18 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Confronto in commissione Turismo e Politiche abitative, l'idea è quella di «creare un luogo dove si accoglie chi arriva dalla stazione Termini»

dente cariato roma termini

È ancora lontano il recupero dell'edificio «Dente cariato» in via Giolitti a Roma. Secondo i tecnici del dipartimento Patrimonio comunale, infatti, le tempistiche stimate per la riqualificazione «sono strette, nei limiti di cosa la legge permette».


La notizia sulla struttura, al centro di una mozione per il suo recupero votata giusto un mese fa su proposta della consigliera Antonella Melito, è arrivata a seguito della presentazione della relazione tecnica durante la seduta delle commissioni Turismo e Politiche abitative, presiedute da Mariano Angelucci del Partito democratico e da Sandro Petrolati di Demos.


La storia della struttura

Il cosiddetto «Dente cariato» è una struttura di circa 2 mila metri quadri che fa parte del patrimonio disponibile del Campidoglio. Lo stabile fu costruito a fine Ottocento e demolito in parte negli anni Trenta.


L’intervento rimase però incompiuto, lasciando in piedi solo il piano terra, oggi occupato da attività commerciali eterogenee. Nei primi anni 2000 vennero effettuati alcuni lavori di riqualificazione, ma solo sulla porzione dell’edificio che affaccia su via Amendola. La parte su via Giolitti, invece, è rimasta sostanzialmente immutata. Da qui ne deriva il nome, divenuto emblema della fatiscenza e dell’abbandono in uno dei punti nevralgici della città.


Nel cuore dell’Esquilino, tra via Gioberti, via Giolitti, via Daniele Manin e via Giovanni Amendola, la palazzina conta cinque piani affiancati da uno stabile oggi ridotto al solo piano terra, proprio su via Giolitti.


Nei primi anni 2000 vennero effettuati alcuni lavori di riqualificazione, ma solo sulla porzione dell’edificio che affaccia su via Amendola. La parte su via Giolitti, invece, è rimasta sostanzialmente immutata.


«Il tetto ospita un’impalcatura con enormi poster pubblicitari, che contribuiscono alla percezione di degrado - si legge nel testo della mozione che ne chiedeva una valorizzazione -. Le attività commerciali presenti mostrano insegne disordinate, vetrinette e aggiunte non conformi, da verificare. Alcuni locali sono inattivi e segnalati come potenziali rifugi di rifiuti o copertura per attività illecite».


La relazione dei tecnici

A un mese dall'approvazione della mozione ne è quindi seguita una relazione dei tecnici del dipartimento Patrimonio comunale. Secondo la stessa, «le attività commerciali in locazione legittima e funzionante sono otto, di queste quattro sono libere e due occupate» affermano i tecnici, aggiungendo il fatto che esista già una sentenza di sfratto.


Per le altre non regolari, continua la relazione, «stiamo cercando di riprendere in mano la situazione - riferiscono i tecnici -. Intanto, abbiamo chiesto il censimento di tutti gli immobili alla polizia. Dove è presente la sentenza di sfratto è più facile agire e liberare il bene, ma prima della valorizzazione imminente esistono dei rischi perché l'immobile rimane incustodito», continua la relazione.


Per gli utenti regolari, invece, «si penserà a un programma di rigenerazione alla risoluzione dei contratti per attivare le nuove locazioni». Nel frattempo è stata inviata una proposta al Consiglio dei ministri e al Demanio per la valorizzazione e si attende una risposta entro fine anno. «Roma Capitale potrebbe dettare indicazioni in una eventuale manifestazione di interesse», spiegano i tecnici, con l'idea di «creare un luogo dove si accoglie chi arriva dalla stazione Termini» e quindi si spera di «reperire sul mercato il soggetto che ci permetterà di usare l'investimento per la cittadinanza», hanno chiarito i tecnici.


Con l'avvio della cabina di regia Esquilino-Termini-Castro Pretorio «abbiamo voluto dare un segnale forte - ha ricordato il consigliere Angelucci del Pd - ma le criticità sono tante per tutto quello che rappresenta avere accanto la stazione più grande d'Europa. Il cosiddetto Dente cariato è un vulnus nella riqualificazione di tutto il quadrante, anche visivamente, per cui stiamo portando avanti i lavori».


Nel corso della seduta è stato inoltre richiesto che all'interno del progetto siano previsti spazi per la cultura e un punto di informazione turistica. Infine, sul piano di valorizzazione dell'immobile «si sta immaginando di mantenere la memoria di quello che era l'edificio», hanno concluso i tecnici.

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