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Orrore in famiglia: militare picchia moglie e figli per anni, condannato a 4 anni e mezzo

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 22 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

Percosse alla moglie e ai sei figli, uno disabile: botte per un barattolo di Nutella e per i giochi proibiti

tribunale

Una storia di abusi e terrore durata anni si è conclusa con la condanna a quattro anni e mezzo di carcere per un militare dell’Esercito di 47 anni, accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie e dei sei figli, tra cui uno disabile. Il Tribunale di Roma ha ritenuto provati i gravi episodi contestati dalla Procura, facendo emergere un quadro di violenze sistematiche all’interno delle mura domestiche.


Botte ai figli per un barattolo di Nutella

Le violenze sarebbero iniziate gradualmente dopo il 2010, quando il rapporto con la moglie ha iniziato a deteriorarsi. L’uomo, inizialmente solo verbalmente aggressivo, ha progressivamente trasformato la casa in un inferno. I figli venivano puniti con pugni, schiaffi e bastonate per motivi futili: in un caso, il maggiore dei sei fu picchiato per aver mangiato un cucchiaio di Nutella. Un altro episodio vide lo stesso ragazzo colpito brutalmente per aver scoperto un buco nella felpa appena comprata.


L’ossessione del controllo e le punizioni brutali

Il 47enne imponeva regole rigide e pretendeva che fossero i bambini a occuparsi delle faccende domestiche. Se non rispettavano i suoi ordini, li picchiava con violenza, spesso servendosi di un bastone. In un’occasione, il figlio maggiore si ritrovò con un occhio nero solo per aver giocato con i fratelli, nonostante il divieto impartito poco prima.


La difesa disperata dei figli per salvare la madre

Anche la moglie era vittima della furia del marito. Umiliata e insultata, subì per anni aggressioni fisiche e psicologiche. In un caso, l’uomo le morse la mano per non averlo baciato. I figli non rimasero a guardare: quando il padre, in un accesso di rabbia, salì con tutto il corpo sul torace della moglie per costringerla a dirgli «ti amo», uno di loro si lanciò su di lui nel tentativo di salvarla. La reazione fu ancora più violenta: il militare rispose prendendo a calci i bambini.


L’ultima aggressione e la denuncia

Nel 2020, l’ennesimo episodio segnò la svolta. Una sera, i sei fratelli stavano giocando in camera, nonostante il divieto del padre. Lui entrò nella stanza e sferrò un pugno in pieno volto al figlio maggiore. Con il matrimonio ormai rovinato, tentò un ultimo gesto per riaffermare il suo controllo: chiese alla moglie di sposarlo di nuovo. Al suo rifiuto, le strinse la testa con tale forza da provocarle un ematoma al labbro.


La sentenza che mette fine a un incubo

Alla fine, la donna ha trovato la forza di denunciare, costituendosi parte civile nel processo con l’avvocato Simona Filippi. La sentenza di condanna ha messo un punto a questa drammatica vicenda familiare.


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