Metro D, nel 2025 al via i sondaggi sulla linea. Patanè: «Se necessario pronti a chiedere soldi al governo»
- Edoardo Iacolucci
- 31 gen
- Tempo di lettura: 2 min
Metro D a Roma: nel 2025 partono i rilievi sull’intero tracciato. È quanto emerso oggi in commissione Mobilità

«Alla fine del Docfap e quando lo avremo approvato è evidente che ci dovremo sedere col promotore, attualmente vincitore della gara, per analizzare qual è il pubblico interesse - ha spiegato Patanè -. E se si può ripartire dalla proposta sul tavolo, sulla quale non ho problemi. Questo si porta dietro un nuovo Pef, che bisogna vedere se sarà conforme o meno alla normativa vigente».
Patanè: «Nel momento in cui non ci dovessimo mettere d'accordo, con il Pfte chiederemo i soldi al governo»
«Era un progetto - continua Patané - da 3,5 miliardi ma se dovesse costarne molti di più è evidente che bisogna rifare il Pef e ripensare la parte che mette lo Stato e quella che mette il privato, e quanto ci costa la rata in spesa corrente, che potrebbe essere superiore ai 150 milioni l'anno per il Comune. Nel momento in cui non ci dovessimo mettere d'accordo, con il Pfte chiederemo i soldi al governo».
L’idea di project financing risale al 2010 e il suo valore era stimato in 3,5 miliardi, ma secondo l’assessore, con i costi attuali, la cifra potrebbe essere doppia. Per questo motivo sarà fondamentale valutare la sostenibilità economica dell’infrastruttura, verificando se l’opera sia ancora nell’interesse della città. Il Campidoglio ha affidato lo studio a Roma Metropolitane, che nel corso delle analisi sta esaminando alternative progettuali e individuando punti fermi. Solo il Pfte potrebbe richiedere un investimento di 250 milioni.
Percorso e criticità
Uno dei principali nodi da risolvere è la necessità di due depositi, uno situato a nord e l’altro a sud della linea. La prima tratta operativa dovrebbe partire da Nomentana Gra, toccando Ojetti, Talenti, Adriatico, Jonio (collegamento con la B), via Vaglia, Val D'Ala (interscambio ferroviario), Villa Chigi e Nemorense, per un totale di 9 km.
«Poi l'intenzione è quella di arrivare in centro a incrociare la A – ha precisato l'assessore Patanè – che in una prima fase era prevista a Spagna. Ma è di fatto impossibile dal punto di vista tecnico». Tra le opzioni alternative ci sono Barberini o Flaminio, per poi proseguire verso Venezia (già predisposta per l’interscambio), Trastevere, Ippolito Nievo (collegamento con la stazione Trastevere e i tram) e infine piazza Fermi.
«Da Fermi in poi siamo in una zona in cui ancora le difficoltà e i ragionamenti sono tanti – ha detto l'assessore – Il Docfap ancora non ha prodotto risultati soddisfacenti, si stanno approfondendo una serie di ipotesi. Ci sono delle invarianti, che vorremmo mantenere: l'incrocio con la B a Magliana, col treno a Villa Bonelli e la necessità del passaggio ad Agricoltura. E poi la necessità di trovare un deposito a sud».
Caratteristiche della nuova metro D
Il tracciato sarà più leggero rispetto alla metro C, con una guida completamente automatizzata, banchine lunghe 75 metri e treni capaci di ospitare tra 500 e 750 passeggeri. Le frequenze saranno comprese tra 90 e 130 secondi, permettendo di trasportare almeno 20mila passeggeri all’ora per direzione.