top of page
Progetto senza titolo-33.png

Ciao Alvaro Vitali, pierino felliniano del cinema mondiale

  • Edoardo Iacolucci
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Attore e comico italiano, Alvaro Vitali ha recitato in oltre 150 film, da Fellini a Carlo Verdone. Ma diventa famoso nei panni di Pierino

vitali
Alvaro Vitali in Roma di Federico Fellini, 1972

È morto a Roma a 75 anni Alvaro Vitali. La sua era oltre la performance, era una recitazione situazionista. Attore e comico italiano, è apparso in oltre 150 pellicole. La sua stessa vita era un film a sé. Nato il 3 febbraio 1950, cresciuto in una famiglia numerosa, Vitali ha avuto un'infanzia burrascosa, tra guai e corse al collegio.

È nato e cresciuto tra i vicoli di Trastevere poi, come accaduto ad Alberto Sordi, la casa di nascita viene sventrata per far spazio a nuove costruzioni e la famiglia si trasferisce tra la Tiburtina e Casal Bertone: «Mamma - aveva detto in un’intervista - era impiegata in un’impresa di pulizie (la Titanus, sulla Tiburtina, ndr), papà guidava una ditta edile di pittura. Con 5 figli, lavoravano entrambi. Non è che avessimo tanti soldi, ma non soffrivamo».


A otto anni, a causa dei frequenti litigi con la madre, va a vivere dalla nonna dove rimarrà fino a 32 anni. Intanto finisce la terza media, torna a Trastevere e inizia a lavorare per un periodo come elettricista, fino a quando un fischio gli cambierà la vita.


L'incontro con Federico Fellini

«Stavo facendo un provino - ha raccontato più volte Vitali - e dopo tre ore di attesa Federico Fellini ha chiamato me e un ragazzo di Napoli». Appena entra Alvaro, con l'altro ragazzo napoletano, nota una presenza quasi mistica con una sciarpetta e un cappello, su una scala celestiale, quasi infinita verso l'alto, ed una macchina da presa enorme, puntata come un fucile. Si sente una voce, quella fanciullesca di Federico Fellini: «Chi di voi due sa fare il fischio del merlo?».

Alvaro Vitali comincia a fischiare «alla pecorara, come un pazzo» ricorda. Fellini si mette ridere e ha detto: «Prendete quello là, ché l’altro sta ancora aspettando il merlo!».

Così inizia un’avventura straordinaria nel mondo del cinema, che lo porta a esordire in Fellini Satyricon nel 1969, e poi a danzare sulle scene di I clowns (1971), Roma (1972) in una delle scene più malinconiche e agrodolci del cinema italiano e, finalmente, in Amarcord (1973), piccoli ruoli diventati frammenti preziosi di storia cinematografica. Quello stesso personaggio di ballerino lo riprese poi accanto ad Alberto Sordi e Monica Vitti in Polvere di stelle.


La commedia sexy all'italiana

Ma la vera esplosione arriva con la commedia sexy all’italiana. Un teatro di varietà trasformato in pellicola, dove Edwige Fenech è la Venere pop, Alvaro Vitali il Pierino che non cresce mai, e Lino Banfi l’apostolo baffuto del doppio senso. E dal doppio senso alle incomprensioni il passo è breve: «Sono ancora profondamente dispiaciuto, come lo fui nel momento in cui scoppiarono le polemiche fra noi» Così Lino Banfi ha commentato la scomparsa dell'amico. «Alvaro mi accusò di averlo abbandonato, ma io non ho mai fatto né il produttore né il regista. Non facevo più film comici, facevo Un medico in famiglia - precisa l'attore pugliese che continua -, fui molto addolorato e glielo dissi. Sono profondamente addolorato. Ciao, Alvaro». Per Banfi Vitali è stato un bravissimo attore e un grande interprete, «tanto che lo scoprì Fellini -sottolinea Lino Banfi- ma relegato come tutti gli attori caratteristi in Italia ad attori considerati di serie B, quando sono bravissimi. In america si chiamano Danny De Vito e Woopi Goldberg, in Italia siamo più selettivi».


Tra famiglie borghesi in preda all’orgia edipica, poliziotte ammiccanti, scuole di vizi dell'italiano medio, con Pierino, Alvaro Vitali mette in scena il suo spirito ribelle, la sua risata defragrante e l'animo da trottola trasteverina che ha sempre avuto.

La fine di Pierino e gli inizi in tv

Quando quella stagione svanisce, anche Alvaro scomparve dalle luci della ribalta. «Quando la nave affonda, i primi a scappare sono i topi», ironizzava con schiettezza.

Anche se il telefono non squilla più, non si arrende. Torna in tv, a Striscia la notizia, prestando volto e ironia a personaggi come Jean Todt. Nel 2006 partecipa al reality La fattoria, ma dovette abbandonare per problemi di asma.


Negli ultimi anni, ancora silenzio. Un silenzio pesante, amaro, che lo ha fatto sprofondare nella malinconia. «Ho preso parte a 150 film ma vivo con una pensione da 1300 euro», aveva confessato. Lontano dai set, dal pubblico, da un mondo che sembrava averlo dimenticato.


Solo pochi giorni fa era tornato sulle pagine dei giornali per un scambio con l’ex moglie, Stefania Corona. Si sono lasciati dopo 27 anni insieme (e 19 anni di matrimonio), un mese fa. In un contrappasso dantesco:, lei accusava lui di essere «il galletto, il farfallino: ci sono tante donne, ragazze, signore che gli girano intorno». Stefania, musicista e artista con una carriera tra Sanremo e tv, aveva annunciato la separazione a maggio, lamentando di essere rimasta nell’ombra e di essersi sentita più infermiera che moglie, a causa dei problemi di salute dell’attore. In una lettera pubblica, Vitali aveva chiesto una riconciliazione, ma Stefania aveva ormai voltato pagina. La sua replica allora era che l'ex moglie si era invaghita di un un'autista, Antonio, «che ci faceva la spesa, teneva in ordine la casa». A quanto diceva Alvaro Vitali, la faceva sentire importante. Nonostante la rottura, Stefania è rimasta accanto a Vitali negli ultimi giorni, dopo che lui aveva deciso di tornare a casa dall’ospedale.


L'ultimo lavoro di Alvaro Vitali con Carlo Verdone

È scomparso a Roma ieri, 24 giugno, lo stesso giorno in cui aveva firmato le dimissioni ed era stato dimesso dall’ospedale, dove era ricoverato da due settimane a causa di una broncopolmonite recidivante.


Con la sua scomparsa si chiude una stagione, irripetibile nel suo genere, del nostro immaginario collettivo. Alvaro Vitali era il sorriso infantile monello dell’Italia che rideva di fronte tutto, senza pensare. Un giocoliere dall’anima tenera, che riusciva a provocare sentimenti profondi con istinti più bassi con sola una smorfia. Oggi, dietro quella risata, resta una dolce nostalgia e una lacrima.

Il suo ultimo lavoro è stato come ospite speciale in un episodio della quarta e ultima stagione della serie Vita da Carlo di Carlo Verdone, la cui uscita avverrà postuma, tra qualche mese. Pierino non muore mai.








bottom of page