
Una Lazio unita e volenterosa batte 2-0 un Lecce dell’ex romanista Di Francesco, aggrappato solo ai vani miracoli del suo capitano Falcone. La squadra di Sarri espugna l’Olimpico per la terza volta consecutiva e si appaia all’ottavo posto in attesa dei risultati di Como e Sassuolo di stasera.
Il Lecce parte forte e troverebbe già l’uno a zero sull’azione in solitaria di Sottil, ma l’arbitro annulla per una sbracciata dell’ex Fiorentina e Milan su Isaksen di lieve entità.
L’incubo Wladimiro Falcone, portiere e dichiarato tifoso romanista che lo scorso anno condannò la Lazio fuori dalle coppe, sembra ripetersi quando respinge con i piedi il bel diagonale di Dia su una sgroppata di Guendouzi sulla destra.
Ma solo 3 minuti più tardi, è proprio Guendouzi a impattare al volo un cross in caduta di Basic praticamente da bordo campo. Non poche responsabilità per il portiere giallorosso, sceso colpevolmente in ritardo.
Secondo tempo che si apre con un pareggio, almeno per quanto riguarda i gol annullati: serpentina di capitan Zaccagni, chiuso dai centrali pugliesi che, distratti, si fanno recuperare da un caparbio Dia che segna a tu per tu con Falcone. Il Var annulla per una spinta dell’attaccante dei biancocelesti su Thiago Gabriel.
Poco dopo ancora Falcone protagonista di due respinte prima con i piedi su colpo di testa di Marusic, poi sulla ribattuta potente di Isaksen, come sempre uno dei più vivi della rosa laziale.
Al 71esimo però clamorosa doppia occasione per i biancocelesti: Guendouzi in stato di grazia spara un tiro da fuori che colpisce il palo alla sinistra di Falcone; la palla finisce sui piedi di Isaksen che la lavora e mette in mezzo per la semi rovesciata di Zaccagni che colpisce lo stesso palo.
La Lazio sembra non chiuderla nonostante le tante occasioni create. Senza grandi manovre del Lecce, la Lazio gestisce il poco margine di vantaggio fino al 94esimo quando, Noslin approfitta dell’ennesima dormita di Thiago Gabriel - questa volta è tutto regolare - e si presenta esattamente come Dia nel primo tempo davanti a Falcone che respinge il primo tiro, ma non può nulla sulla ribattuta di testa dell’attaccante olandese.
La Lazio vince la terza di fila in casa, segno di una squadra unita davanti e insieme al proprio pubblico, consapevole della sofferenza e delle defezioni di questo campionato di transizione.
L’Olimpico sembra essere diventato una carta vincente per una Lazio in assetto di guerra in trincea, con il suo comandate sugli scudi a indicare l’uscita da una situazione tutt’altro che semplice.
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