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Villa Pamphili, madre e figlia morte nel parco: colpo alla nuca sulla bimba, un’impronta guida gli investigatori

  • Immagine del redattore: Rebecca Manganaro
    Rebecca Manganaro
  • 5 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

La donna, forse morta per un malore o soffocamento, giaceva in un sacco nero. La piccola, probabilmente sua figlia, trovata nuda tra i rovi. Gli inquirenti seguono la pista di un uomo: sul sacco rilevata un’impronta

Villa Pamphili

Avvolta in un sacco nero, nascosta tra le erbacce a ridosso della recinzione di via Leone XIII. A duecento metri di distanza, nuda e abbandonata tra i rovi, una bambina avvolta in una coperta. Così sono stati ritrovati sabato sera, nel cuore verde di Villa Pamphili, i corpi senza nome di una donna e di una bambina. Una tragedia che parla di solitudine, povertà, marginalità. E che ora chiede risposte.


L’autopsia e i primi indizi

Anticipata a ieri sera, l’autopsia ha rivelato i primi elementi utili a un’indagine che si annuncia complessa. La donna — in avanzato stato di decomposizione — non presenta segni evidenti di violenza. Potrebbe essere morta per un malore, forse causato da una sospetta intossicazione, oppure per un soffocamento «dolce», senza tracce esterne. Diverso il caso della bambina: un livido sulla nuca fa ipotizzare un colpo subito. Secondo i medici legali, è deceduta almeno quattro ore dopo la madre.


Il sospetto e la fuga

Un dettaglio potrebbe fare la differenza, diverse testimonianze parlano di un uomo visto aggirarsi nei giorni precedenti insieme a madre e figlia nella stessa area del parco. Sarebbe lui ad averle accompagnate fino alla fine. E ad aver abbandonato la piccola, forse con la speranza che qualcuno la trovasse, o forse semplicemente per disfarsi del suo corpo. Un’impronta compatibile con la sua figura sarebbe stata isolata sul sacco che nascondeva la donna, ma al momento non ci sono riscontri nelle banche dati della polizia.


Una famiglia invisibile

Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di una famiglia di nazionalità romena, senza fissa dimora. Da circa tre settimane si rifugiavano all’interno della villa, approfittando di un varco nella recinzione causato da un incidente stradale lo scorso marzo e mai riparato. Dormivano lì, vicino a una fontana utile per bere e lavarsi. Gli indumenti trovati nei pressi della zona confermano la presenza costante del piccolo nucleo familiare. Ma nessuno sembra averli notati. Nessuno li ha mai segnalati. Nessuno ha chiesto di loro.


Le indagini nel parco

Gli investigatori, coordinati dai pm Antonio Verdi e Giuseppe Cascini, hanno passato al setaccio l’intera area. Due sopralluoghi, nastri spostati più in là per allargare il raggio d’azione, ricerche nei cestini, nei cespugli, nella vegetazione fitta che separa i viali frequentati da sportivi e famiglie dai punti più nascosti della villa. Nessuna telecamera, nessuna ripresa utile. Solo pochi ricordi frammentari dei senzatetto che frequentano la zona, nessuno dei quali ha saputo dare un nome a quei volti.


Aspettando il DNA

L’identificazione ufficiale potrebbe arrivare nelle prossime ore grazie all’analisi del DNA. Ma servirà tempo per l’esame tossicologico sulla donna: oltre un mese. Intanto la pista investigativa resta quella dell’omicidio in conseguenza di abbandono di minore.

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