Toponomasticamente Roma: Rione Monti
- Redazione La Capitale
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 6 min
di Alessandro Monteverdi

A Roma, se è uno, si dice «er monte», se sono di più «li Monti» e tre sono quelli, dei sette di Roma, su cui si estende il rione Monti: Esquilino, Viminale e Quirinale. Si hai ragione, il nome più appropriato sarebbe stato rione Colli ma, nella nostra città , quasi sempre esageriamo tipo: ‘sta carbonara è spaziale, ‘sto monolocale? Un gioiello! oppure Oggi, ho fatto Termini-Trastevere in 18 minuti: record mondiale!
È il primo dei rioni. Number One, ufficialmente, tranne che per i trasteverini, rivali da sempre dei monticiani, i suoi abitanti. Forse avremmo dovuto cominciare da qui il nostro viaggio nella toponomastica romana. Ma Monti è Monti, non c’ha bisogno de tirassela. Non deve dimostrare niente, perché c’è da prima di tutti e c’ha già tutto: la Suburra, i Fori e anche dei «supplì top». Da tradizione, alla Pizzeria Leonina, in via Leonina 81, a due passi dalla fermata della metro Cavour: la pizzeria de sempre, per quelli di zona. Ma la tradizione si scopre in tanti altri ristoranti di Monti, anche in quelli che, noi romani, identifichiamo come turistici, privandoci dell’esperienza di essere ospiti a casa nostra, nonché di viste uniche, come quella dai tavolini dell’Osteria Maracuja a Largo Corrado Ricci 1, alla fine di Via Cavour: sullo sfondo la meraviglia dei Fori Imperiali, un menu romano de Roma da gustare, serviti e riveriti.
Dov’è che comincia e finisce Monti? Proviamo a tracciare i suoi confini, anche per questo rione non è semplice. Sì, perché, i rioni identificati nel 1921, sono diversi da prima. Monti, ad esempio, ante ’21, arrivava fino alle terme di Diocleziano e comprendeva anche il complesso di San Giovanni in Laterano, la cattedrale di Roma, sede ufficiale del Papa, in qualità di Vescovo di Roma. Adesso, l’area delle terme appartiene al rione Castro Pretorio - stazione Termini per intenderci - mentre la seconda casa del Papa è roba del Celio.
Adesso, stando alle disposizioni urbanistiche del 1921, Monti sta, più o meno. dentro un triangolo.
La base, costeggiando il rione Trevi, parte da via del Quirinale incrocio via 4 Fontane. Continua, scendendo giù verso piazza Magnanapoli dove, oltre alla chiesa barocca di Santa Caterina a Magnanapoli, del XVII secolo, tuttora sede della curia generalizia domenicana, svetta la Torre delle Milizie, costruzione medievale alta 50 metri, detta la torre di Nerone perché, secondo la leggenda, da lì guardò Roma bruciare.
Poi, prosegue per via XXIV Maggio, lasciando la scuola media del Viscontino sulla destra, dove, da piccola, andava nonna Anna, facendosela a piedi ogni giorno, da piazza del Paradiso – rione Pairone. Da lì, il confine continua fino a piazza Venezia, angolo Foro di Traiano. Qui, la sera, puoi gustarti 2 grandi novità : la nuova illuminazione realizzata da ACEA, e, in estate, le visite notturne ai Fori Imperiali. Queste ultime, se sei residente, ti costano solo 5 euro. Si svolgono dal 20 giugno al 28 settembre 2025, ogni venerdì, sabato e domenica, dalle 19:30 alle 22:00, ultimo ingresso. Sono a numero chiuso e quindi, la prenotazione è più che consigliata; puoi chiamare al 060608.Â
Il primo dei due cateti parte dall’incrocio con via del Quirinale e scende lungo via Quattro Fontane, supera via Nazionale e prosegue per via Agostino Depretis fino a piazza dell’Esquilino. Quindi attraversa la piazza, verso Santa Maria Maggiore, la più cittadina delle quattro basiliche, e giù per via Merulana. Sulla destra, il meraviglioso complesso di Palazzo Brancaccio, compreso il teatro omonimo; sulla sinistra il forno Panella, tecnicamente nell’Esquilino colazioni, pranzi e aperitivi top. Ormai i suoi lieviti e la sua pizza te la puoi gustare anche prima di partire, all’aeroporto Leonardo da Vinci.Â
Alla fine di via Merulana, la punta del triangolo: girando a destra, sei su via Labicana, dove corre il secondo dei due cateti. Prosegui verso il Colosseo, lasciandoti sulla destra Colle Oppio. Tanta romba! Compreso tra via Labicana, via delle Terme di Tito e via Mecenate: il parco omonimo dove, al chioschetto, puoi sederti e goderti l’atmosfera del giardino di una città mittle europea, con schiamazzi di bambini che giocano, stile latino. Ci sono anche i resti delle Terme di Tito, le Terme di Traiano e l’ingresso superiore della Domus Aurea, la sontuosa residenza imperiale fatta costruire dall’imperatore Nerone, lo stesso della Torre di Largo Magnanapoli, dopo il grande incendio di Roma del 64 d.C.
Da lì, il Colosso sulla sinistra. Sulla destra, il complesso di San Pietro in Vincoli dove, nella chiesa, sono custodite le catene dell’Apostolo Pietro e il celebre Mosè di Michelangelo. Non solo un luogo sacro. Qui ha sede anche la Facoltà di Ingegneria della Sapienza; originariamente, un monastero annesso alla basilica. Lì hanno studiato illustri ingegneri come Pier Luigi Nervi - quello della sala dove il Papa ogni mercoledì fa l’udienza – e i miei amici Mimmo, Paolo e Renato. Ingegneri anche loro che andavo a trovare, di tanto in tanto, intrufolandomi alle loro lezioni di meccanica razionale. Non c’erano così tante belle ragazze come da noi a Economia e Commercio, ma per fare casino con gli amici, questo e altro.
Prosegui su via dei Fori Imperiali: sulla sinistra la Basilica di Massenzio e tutti i ruderi del Foro Romano dominato, a distanza, dal colle Palatino e, avanti, il colle del Campidoglio, già rione Campitelli, di fronte al Foro di Traiano. Così, si chiude il triangolo, la linea di confine che dal 1921, delimita il rione de li Monti.
Se camminare lungo i confini di Monti racconta già tanto di questo rione, percorrere la sua storia diventa una passeggiata piena di sorprese.Â
Ai tempi dell’Antica Roma, la zona delimitata dalla parte alta di via Cavour – dedicata al solito Benso, intestatario anche della più famosa piazza del rione Prati - da via Urbana (antico Vicus Patricius), via Leonina e soprattutto via Madonna dei Monti era chiamata la Suburra, come il film del 2015 e le due serie di Netflix. Era il quartiere plebeo, popolare, affollato, pieno di locande malfamate e lupanari – i bordelli dell’epoca. Era separato dai Fori Imperiali dal grande muro tagliafuoco, ancora visibile accanto al Foro di Augusto: per nascondere ai patrizi la parte bassa della città e, ancor di più, per evitare che incendi potessero bruciare la parte nobile e bella di Roma.
Nel Medioevo, la situazione cambia. La zona si spopola perché, gli acquedotti romani, ormai danneggiati, non riuscivano a far arrivare l'acqua in quella zona collinare, a vantaggio della zona pianeggiante di Campo Marzio: vicino al Tevere, si poteva bere direttamente l’acqua del fiume, allora evidentemente, meno biondo di adesso. Questo andazzo durò fino agli inizi dell'Ottocento: rimase essenzialmente una zona ricca di vigne e orti, poco popolata per la scarsità d'acqua e per la lontananza da San Pietro, nuovo centro della città .Â
Dopo il 1873, grazie al nuovo piano regolatore di Roma, Capitale del Regno d’Italia, il rione cambia stile architettonico. Nasce via Cavour, la nuova arteria che doveva collegare la stazione Termini al centro. A destra e sinistra, palazzi stile umbertino, altezza 5 o 6 piani, tutti lesene e bugne, lo stesso di altre parti di Roma. Ad esempio, a rione Prati e a via Vittorio Emanuele II, che attraversa 4 rioni: Ponte, Parione, Sant’Eustacchio e Pigna. Roma a quell’epoca doveva diventare austera ed elegante, come una capitale che si rispetti. L’attuale configurazione del rione è stata completata dai grandi sventramenti del periodo fascista: un'ampia porzione della parte bassa del rione fu distrutta per costruire via dei Fori Imperiali, allora via dell'Impero e per portare alla luce i resti dei Fori Imperiali, lo stesso lavoro che fu fatto a rione Borgo, con la creazione di via della Conciliazione.
Tu da che parte stai? Mi spiego meglio: preferisci vedere il Colosseo, i Fori Imperiali e San Pietro da lontano, godendoti la loro grandezza man mano che ti avvicini, oppure ami le sorprese — e gustarti la bellezza di questi capolavori all’improvviso, dopo aver attraversato vicoli bui e un po’ puzzolenti, come succedeva un tempo?