- Redazione La Capitale
Sovraffollamento carceri, il Lazio è al quinto posto in Italia
L'associazione Luca Coscioni ha inviato 102 diffide alle Asl del Lazio e del resto del Paese. Le aziende sanitarie sono state scelte in base alla presenza di 189 istituti penali italiani
Il Lazio è al quinto posto per livello di sovraffollamento delle carceri, al 129 per cento. Per questo dato e per quelli relativi alle case circondariali italiane l'associazione Luca Coscioni ha inviato 102 diffide alle Asl del Lazio e del resto del Paese. Le aziende sanitarie sono state scelte in base alla presenza di 189 istituti penali italiani. Con questo atto alle direzioni generali delle Asl viene richiesto di adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza per controllare l'igiene dei locali, la fornitura di tutti i servizi socio-sanitari. E agire di conseguenza, laddove venissero riscontrate irregolarità.
«L'associazione Luca Coscioni ha deciso di lanciare questa iniziativa perché la totale mancanza di attenzione dedicata alla salute nell'ultimo decreto del governo in materia di carceri, oltre che quanto denunciato sistematicamente dai rapporti dei garanti cittadini e regionali, da notizie di stampa e resoconti di visite ispettive parlamentari, fanno emergere una situazione di patente violazione strutturale, tra gli altri, del diritto alla salute delle persone ristrette nel nostro Paese», hanno dichiarato l'avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, insieme all'ex senatore Marco Perduca che coordina l'iniziativa.
«Oltre 61.133 persone presenti nelle 189 carceri italiane»
«In quanto organizzazione della società civile, pur concordando con le rare proposte di depenalizzazione e decarcerizzazione e sostenendo la necessità e l'urgenza di misure deflattive come indulto o amnistia, mai evocate nel dibattito parlamentare, potevamo "solo" attivare quanto previsto dal nostro ordinamento e non restare inerti di fronte all'illegalità diffusa contro cui le istituzioni continuano a non adottare misure all'altezza della gravità della situazione».
«Nella speranza che le consuete visite in carcere del mese di agosto possano aumentare la consapevolezza dei trattamenti disumani e degradanti a cui vengono sottoposte oltre 61.133 persone presenti nei 189 istituti di pena - un terzo delle quali in attesa di sentenza definitiva! - nel caso in cui le nostre diffide dovessero cadere nel vuoto torneremo a interessare le autorità competenti regionali e cittadine nelle forme previste dalla legge nazionale e gli obblighi internazionali dell'Italia affinché la salute in carcere venga fatta godere pienamente come diritto».
Condizioni igienico-sanitarie fuori norma
Le diffide, tra le altre cose, ricordano come al 31 luglio 2024 64 persone si siano tolte la vita negli istituti di pena con motivazioni le più varie ma che, stando ai resoconti delle cronache, risultano legate alle condizioni di vita in carcere dove oltre allo stress da sovraffollamento si aggiungono condizioni igienico-sanitarie fuori norma, con presenza di pulci e cimici nelle celle, nidificazione di piccioni negli spazi aperti non puliti, pessima qualità del servizi igienici, spesso condivisi con zone cottura in celle sovraffollate, scarsa o inadeguata ventilazione dei locali, scarsità d'acqua e mancanza di acqua calda, mancanza di docce nelle celle.
E ancora docce in comune con muffe e locali insalubri, oppure zone destinate al passeggio non adatte a creare condizioni di riparo dagli agenti atmosferici (caldo estivo, freddo invernale). Nelle diffide si aggiunge anche che a questo già drammatico dato devono aggiungersi i sette rappresentanti della polizia penitenziaria che si sono suicidati per motivi legati al loro lavoro, appesantito e reso frustrante dalla cronica mancanza di personale. Secondo i dati che sono pubblici sul sito del ministero della Giustizia, al 31 luglio 2024 nei 189 istituti di pena erano presenti 61.133 detenuti, di cui 2.682 donne, 21 delle quali con 24 figli, oltre a 523 ristretti negli istituti penali per minorenni.
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