Madonna di Trevignano, il procuratore: «Indaghiamo su reati penali senza scivolare nel campo della religione»
Aggiornamento: 16 ott 2024
Il procuratore della Repubblica di Civitavecchia Alberto Liguori è intervenuto sulla vicenda della Madonna Trevignano Romano

La vicenda della presunta veggente, Gisella Cardia, è da mesi al centro dell'attenzione dei media e questo ha portato il procuratore di Civitavecchia ad emettere un comunicato ufficiale sulla questione. Alberto Liguori in una lunga lettera ha chiarito ogni aspetto delle indagini che hanno portato alla denuncia per truffa della veggente e all'apertura di un fascicolo come indagata.
Liguori: «L'unico tema di interesse è quello di natura penale»
«La vicenda relativa alle apparizioni della Madonna di Trevignano continua ad avere elevato spazio mass mediatico e il tema trattato coinvolge il diritto alla fede religiosa». Così comincia la lettera di Liguori in cui viene esplicitato che l'indagine penale a carico di Gisella Cardia è stata iscritta per l’ipotesi accusatoria di truffa in concorso.
Gisella Cardia e il marito, davanti al pm della procura di Civitavecchia hanno recentemente risposto al primo interrogatorio. I due sono indagati per truffa aggravata in merito ai proventi delle offerte che i fedeli hanno fatto nel corso degli anni all’associazione, che ha a che fare con delle presunte apparizioni della Madonna e alle lacrime di sangue versate da una statuetta comprata dalla donna a Madjugorje.
Il procuratore ha preso la parola per ricordare che «l’unico tema di interesse per l’organo requirente di Civitavecchia è quello della ricerca nella vicenda di aspetti di natura penale e di evitare, anche involontariamente, pericolosi scivolamenti in campi rimessi all’autorità religiosa».
I primi seguaci si sono radunati in casa della donna a Trevignano per recitare il rosario in onore della Madonna, finché marito e moglie hanno deciso di allestire un terreno, ora sequestrato, in via Campo delle Rose, su una collina del paesino che si trova sulle sponde del Lago di Bracciano. La maggior parte dei fedeli ha continuato a credere nelle opere della Madonna per il tramite di Gisella, altri hanno preferito abbandonare gli incontri. «Alcuni di loro hanno inteso coltivare il contenzioso penale. Il nostro compito è stato quello capire se i fedeli si sono sentiti truffati o hanno agito in ritorsione».
Madonna di Trevignano, nuovi accertamenti sulle sculture lacrimanti
Il procuratore ha annunciato anche che sono in corso ulteriori esami sulla statuetta lacrimante e sanguinante della Madonna e su un quadro del Cristo che secondo Gisella trasudava. Le verifiche si sono rese necessarie a seguito di quanto emerso nella puntata di una trasmissione televisiva andata in onda a giugno scorso, durante la quale un ospite ha detto che tra i parrocchiani circolava la notizia che le tracce di sangue repertate sulla statuetta della Madonna lacrimante appartenevano a Gisella.
Le ragioni del comunicato stampa alla luce della presunzione di innocenza
«Il tema investigato inevitabilmente interroga la procura di Civitavecchia sui confini tra autorità e libertà, e cioè tra il diritto costituzionale dell’accertamento di fatti penalmente rilevanti riservato al P.M. e il diritto alla professione di fede di cittadini-fedeli- indagati e innocenti sino a condanna definitiva», si legge nel comunicato.
«Come anticipato nella premessa, sussiste l’interesse pubblico alla diffusione delle notizie sulla vicenda Madonna di Trevignano per informare e per consentire a mass media anche televisivi di esercitare legittimamente il diritto di cronaca partendo dalle informazioni ufficiali sopra indicate nel tentativo di ridurre le inevitabili divisioni tra innocentisti e colpevolisti», ha poi concluso Liguori.
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