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Attesi in 50mila a Roma per corteo pro Palestina. Schlein: «Bisogna dare un segnale per fermare Netanyahu»

  • Giacomo Zito
  • 7 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

Manifestazione del centrosinistra da piazza Vittorio a San Giovanni. In corteo Pd, Avs e M5S con movimenti, associazioni e singoli cittadini; previste deviazioni al traffico. Renzi e Calenda si staccano per una maratona oratoria a Milano: «Sensibilità diverse»

manifestazione nazionale per la Palestina gaza
Manifestazione nazionale per la Palestina - 30 novembre 2024 (La Capitale)

Sono previste fino a 50mila persone oggi nel corteo per la Palestina che da piazza Vittorio, alle 14, giungerà fino a piazza San Giovanni, nel cuore di Roma.


Una manifestazione che si preannuncia molto partecipata e che vede adesioni da parte di movimenti, associazioni e singoli cittadini, oltre agli organizzatori: Partito democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle.


Tutte le forze dell'ordine sono state allertate: polizia, carabinieri e guardia di finanza monitoreranno l’intero percorso, con particolare attenzione agli obiettivi sensibili presenti lungo l’itinerario per evitare azioni dimostrative. Modifiche alla viabilità nel centro e nelle zone limitrofe al percorso che seguirà la manifestazione.


L'invito alla piazza dei leader politici

Nella giornata di ieri, dalle pagine di diversi giornali è giunto l'appello per la manifestazione di oggi. Elly Schlein, segretaria del Pd, ha lanciato il suo invitando «tutti quelli che sentono l'esigenza di dire basta ai crimini del governo di Benjamin Netanyahu».


In diretta a Tagadà su La7, la segretaria ha quindi attaccato le posizioni del governo: «Sulle sanzioni a Israele la premier Meloni si è messa dalla parte sbagliata: c'è un memorandum l'8 giugno che va interrotto. Bisogna dare un segnale per fermare Netanyahu. Il governo e l'Ue - ha spiegato - devono dare un segnale forte» anche con delle sanzioni.


Posizioni che Schlein ha ribadito anche in un'intervista apparsa nel numero speciale del 6 giugno de Il Manifesto, rimarcando quanto già espresso all'indomani dell'inizio dell'operazione israeliana a Gaza. Se però allora «speravamo che il primo cessate il fuoco durasse e innescasse un processo di pace», spiega Schlein, ora la ripresa dei bombardamenti sul popolo palestinese sarebbe un chiaro segnale di come lo stesso governo stia commettendo a Gaza «crimini di guerra».


La richiesta che viene quindi rivolta al governo è di condannare l'operato di Netanyahu - come, peraltro, hanno già iniziato a fare timidamente alcuni esponenti del governo, Tajani e Crosetto tra tutti - sbloccare gli aiuti e mettere l'embargo sul commercio di armi a Israele, aggiungendo delle sanzioni per la fine delle occupazioni illegali e, infine, il riconoscimento dello Stato di Palestina.


«Balbettii inutili e tardivi» è il commento del leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, alle parole di condanna espresse in questi giorni dai due ministri in merito al leader del governo israeliano. Sempre su Il Manifesto, l'avvocato del popolo si rivolge anche a quegli elettori di centrodestra che sostengono la causa, sperando di trovarli in piazza «a dimostrazione che la disumanità con cui il governo ha approcciato alla crisi di Gaza non trova la complicità del proprio elettorato».


In uno speciale tutto dedicato alla Palestina, il quotidiano comunista dedica infine un'intervista al leader della Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, secondo cui «l'economia di guerra alimenta la dialettica amico nemico e accarezza il linguaggio fondativo della destra nazionalista globale». Nella sua intervista, Fratoianni dedica quindi un commento alle difficoltà nella creazione di un'alternativa unitaria nella sinistra, con l'augurio che per questa occasione «la mobilitazione per Gaza sia l'unica barra in grado di interpretare quello che accade».


Si rivolge invece ai lettori di Avvenire il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, secondo cui quello che sta avvenendo a Gaza è una «pulizia etnica». A sostegno della manifestazione di oggi a Roma, Bonelli chiarisce gli obiettivi: «Chiediamo che le sanzioni applicate alla Russia vengano estese a Israele, lo stop al commercio di armi e il riconoscimento dello Stato palestinese».


Il programma del corteo

La manifestazione nazionale partirà da piazza Vittorio alle 14. Il corteo giungerà in piazza San Giovanni, percorrendo via Emanuele Filiberto. Sul palco saranno presenti i suddetti leader delle forze politiche che hanno promosso la mobilitazione.


I contributi degli ospiti dal palco saranno aperti da un breve contributo musicale di Paolo Fresu. Successivamente, si alterneranno testimonianze video e interventi. Tra gli ospiti: Abubaker Abed (giornalista palestinese, in video); Iddo Elam (giovane israeliano che ha rifiutato il servizio militare e preso parte alle proteste contro il governo Netanyahu); la storica Anna Foa (in video); i giornalisti Rula Jebreal e Gad Lerner; Emiliano Manfredonia (Acli); Walter Massa (Arci); Luisa Morgantini (Assopace Palestina); Atef Abu Saif (ex ministro palestinese di Al-Fatah); Feroze Sidhwa (medico chirurgo che ha operato a Gaza e testimoniato all’Onu, in video); Silvia Stilli (Aoi).


La diretta della manifestazione sarà trasmessa sui canali social dei rispettivi partiti.


Renzi e Calenda a Milano. Nessuna polemica ma «sensibilità diverse»

All'appello unitario lanciato da Pd, Avs e M5S mancheranno quindi i rappresentanti delle forze più centriste del Parlamento. I leader di Italia Viva e Azione si sono infatti incontrati ieri pomeriggio - insieme a esponenti di +Europa e dello stesso Pd - alle ore 18 al Teatro Parenti di Milano per una manifestazione incentrata sul concetto di due popoli, due Stati.


«Meglio presentarsi divisi che non presentarsi proprio, come fa il centrodestra - è il commento del leader di IV Matteo Renzi -. Tuttavia capisco l'amarezza di chi avrebbe sognato una sola piazza, ma non ne farei un dramma», prosegue. In un'intervista al Corriere della Sera, l'ex premier ha ribadito che su questo tema esistono «sensibilità diverse».


La posizione che viene ribadita da Renzi, infatti, è quella che ricalcherebbe le parole «addolorate e bellissime, di Liliana Segre». Critica aperta al governo di Tel Aviv, quindi, «ma non diremo mai che è in atto un genocidio: chi è scampato per un miracolo all'Olocausto sa che certe parole hanno un peso», spiega.


Smorza i toni della polemica politica sulla divisione tra Roma e Milano anche la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi: «Nessuna polemica. Il nostro messaggio è chiaro: due popoli, due stati non è una formula retorica, è il destino possibile di una terra santa e martoriata».


Più critico è invece il leader di Azione Carlo Calenda che, dal palco del teatro, tuona in particolare contro M5S e Avs. «La prima cosa che abbiamo proposto» per la manifestazione di Roma è stato dire che «quella manifestazione in quella piazza non era aperta a chi chiedeva la distruzione dello Stato di Israele, a chi urla dal Giordano al mare e a chi compie atti contro i cittadini israeliani, in quanto cittadini israeliani. La Schlein lo avrebbe fatto, ma il M5S e Avs vogliono avere tutta per loro questa discussione e lo trovo un po' avvilente».

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