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Rebecca Manganaro

Chiuso il consultorio a Corviale, i residenti: «Siamo preoccupati»

Aggiornamento: 20 set

Il consultorio di Corviale era un «servizio ottimo, un punto di riferimento per tutti coloro che abitano nel quartiere» dichiara a La Capitale Adriano Sias, presidente del Comitato Inquilini Corviale e consigliere municipale

Manifesti contro la chiusura del consultorio a Corviale
Manifesti contro la chiusura del consultorio a Corviale

Nella Regione Lazio ci sono 135 consultori e molti stanno chiudendo, quello di Corviale ne è l'esempio. Secondo i dati Istat nel Lazio gli abitanti sono 5,7 milioni e quindi 135 consultori coprono 1 consultorio ogni 40mila abitanti circa, ovvero la metà di quelli previsti dalla legge.


Quando si parla di periferie non si può pensare solo ad infrastrutture e opere di restyling. In queste aree della Capitale bisognerebbe garantire innanzitutto il funzionamento dei servizi pubblici essenziali, come appunto i consultori. «Era un servizio ottimo, un punto di riferimento per tutti coloro che abitano nel quartiere» ci racconta Adriano Sias, presidente del Comitato Inquilini Corviale e consigliere municipale.


I lavori sono la motivazione della chiusura del consultorio. «Prima dicevano che compartimentavano e che lasciavano due stanze per far proseguire il corretto funzionamento del servizio, invece ora, senza alcun preavviso - racconta Sias -, hanno deciso di chiuderlo». I cittadini sono allarmati per questa chiusura e per la poca trasparenza che caratterizza questo progetto.


I lavori erano previsti da gennaio del 2022, oggi il consultorio dovrebbe rimanere chiuso fino a marzo 2025, salvo complicazioni. «Noi - continua il Comitato Inquilini - siamo spaventati che non vengano assegnati gli giusti spazi al consultorio e che ci sia carenza di personale, visto che molti sono in procinto di andare in pensione».


La mancanza di sicurezza a Corviale

Un'altra importante tematica che emerge, e che ultimamente caratterizza Corviale visti gli ultimi episodi, è la mancanza di sicurezza. Il consultorio si trova nella parte dietro del serpentone, per arrivarci bisogna percorrere un ponte che è sempre pieno di “pali”, ragazzi che presidiano il territorio per permettere il tranquillo funzionamento delle attività illegali nei dintorni. Questa situazione mette in difficoltà le donne che vogliono raggiungerlo. «Abbiamo provato più volte a chiedere l'installazione di telecamere» dichiara Adriano Sias.


L'intervento di Eleonora Mattia

Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, nell'ambito di una interrogazione: «La giunta Rocca dica cosa intenda fare per garantire la riapertura del consultorio famigliare di Corviale».


I consultori sono luoghi di accoglienza e svolgono un ruolo cruciale nell'educazione sessuale e affettiva, promuovendo la consapevolezza e il rispetto di sé e degli altri.


Corviale non è l'unico caso

«Corviale purtroppo non è l'unico caso: anche per i consultori di Consolata e di Massimina e del consultorio della Asl Roma 2, in largo Sette Chiese a Garbatella, sono in corso accorpamenti, trasferimenti e sospensione dei servizi», spiega Mattia.


«Se i servizi pubblici continuano a diminuire, che segnale diamo agli abitanti? Semplice: che lo Stato è assente e inaffidabile. Tenere aperto un consultorio o un altro servizio pubblico in zone come Corviale significa quindi non solo garantire un diritto, ma anche tenere vivo un avamposto della legalità», conclude Mattia.






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