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Attacchi hacker in Italia, al quarto giorno colpito anche il sito dei Porti di Roma

Redazione La Capitale

Gli attacchi sono rivendicati su X dal collettivo filorusso NoName057(16) e sono partiti a seguito delle parole del presidente Mattarella secondo cui «le azioni della Russia in Ucraina sono di natura simile al progetto del Terzo Reich in Europa»

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È il quarto giorno consecutivo di attacchi hacker verso siti web italiani. A rivendicarlo anche oggi su X il collettivo filorusso NoName057(16), che questa mattina ha colpito soprattutto le pagine di alcuni porti e aziende di trasporto pubblico locale.


Il risultato è che diversi siti come quello del porto di Olbia e Golfo Aranci, Porti di Roma (Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta) e di Atb Bergamo risultano al momento inaccessibili o rallentati.


Le cause dell'attacco hacker

L'offensiva è stata lanciata lunedì in risposta al discorso pronunciato a Marsiglia dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella alla cerimonia di consegna dell'onorificenza accademica di Dottore honoris causa dall'Università di Aix-Marseille, pronunciato il 5 febbraio scorso.


All'interno del suo discorso, il presidente ha quindi equiparato la natura dell'aggressione russa all'Ucraina a quel criterio della dominazione che prevalse nel progetto del Terzo Reich. «Invenzioni blasfeme» secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che aveva fatto sapere pochi giorni dopo il discorso che quelle parole non sarebbero rimaste senza conseguenze.


Così è stato, tanto che gli attacchi di tipo Ddos sono arrivati al loro quarto giorno dopo aver colpito siti di ministeri, banche, forze dell'ordine, aziende finanziarie e legate alla produzione di armi.


Una reazione che, rileggendo le parole del presidente Mattarella, sembra proprio dargli ragione:


«La crisi economica mondiale del 1929 scosse le basi dell'economia globale e alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze. La libertà dei commerci è sempre stata un elemento di intesa e incontro.


Molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, al più contando sulle risorse di popoli asserviti d’oltremare.


Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto - anziché di cooperazione - pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia.


Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura».

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