Agro Pontino, oppio a braccianti per alleviare fatica: 5 arresti
I componenti della banda di origine indiana avevano fatto ottenere illecitamente 500 permessi di soggiorno

Oppio ai braccianti dell'Agro Pontino così da alleviare la fatica dei turni massacranti e per sfruttare ancora di più la loro manodopera.
Sono cinque le persone arrestate accusate di far parte di una banda criminale, formata da persone di nazionalità indiana, che è adesso accusata di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, corruzione e traffico e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini delle Fiamme gialle di Pomezia hanno infatti permesso di ricostruire sia i compiti che le modalità con le quali il gruppo operava, con ramificazioni intrecciate da Ardea ad Anzio, fino a Nettuno.
Avvalendosi della collaborazione di un dipendente pubblico infedele e ai contatti procurati da una rete di procacciatori, il sodalizio aveva fatto regolarizzare sul territorio nazionale oltre 500 extracomunitari non aventi diritto.
Il gip di Velletri ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in un procedimento che coinvolge complessivamente 25 persone. di cui tre finite in carcere, due ai domiciliari.
Secondo quanto accertato dalla guardia di finanza la struttura criminale si preoccupava anche di fornire la documentazione che serviva per l'avvio e alla definizione della procedura amministrativa con pacchetti personalizzati «chiavi in mano». Le tariffe del servizio oscillavano dai 300 ai 5mila euro, in base alla domanda da avanzare agli uffici pubblici.
Dalle verifiche è emerso che l'organizzazione forniva ai braccianti la sostanza stupefacente da utilizzare durante le ore di lavoro nei campi, sequestrati circa 90 chili di bulbi di papavero da oppio
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