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Caso Cucchi, processo d'appello sui depistaggi: prescrizione per Casarsa, confermate condanne Sabatino e De Cianni

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 3 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

La Corte d’Appello di Roma chiude il secondo grado del processo. Ilaria Cucchi: «Una giornata importante, confermata la responsabilità della scala gerarchica»

stefano cucchi

Si è chiuso oggi in Corte d’Appello a Roma un altro capitolo della lunga battaglia giudiziaria sulla morte di Stefano Cucchi. I giudici hanno confermato le condanne per due dei carabinieri imputati nel procedimento legato ai depistaggi successivi al pestaggio e al decesso del 31enne romano, arrestato il 15 ottobre 2009 e morto una settimana dopo all’ospedale Sandro Pertini.


Condanna confermata a un anno e tre mesi per Lorenzo Sabatino e a due anni e mezzo per Luca De Cianni. Riconosciuta invece la prescrizione per il generale Alessandro Casarsa, per Francesco Cavallo e Luciano Soligo. Sono stati assolti Massimiliano Colombo Labriola e Tiziano Testarmata, che in primo grado erano stati condannati a un anno e nove mesi. Ridotta da un anno a dieci mesi la pena per Francesco Di Sano.


Le accuse, contestate a vario titolo, riguardavano reati come falso, favoreggiamento, omessa denuncia e calunnia.


La sentenza e le motivazioni

Nel processo di primo grado, celebrato nel 2022, erano stati condannati tutti e otto gli imputati. In quell’occasione, il giudice monocratico Roberto Nespeca aveva parlato di «un’attività di sviamento posta in essere nell’immediatezza della morte di Stefano Cucchi, volta ad allontanare i sospetti che ricadevano sui carabinieri per evitare possibili ricadute sul vertice di comando del territorio capitolino».


Nel secondo grado, la procura generale aveva chiesto l’assoluzione per Sabatino, Di Sano e Testarmata «perché il fatto non costituisce reato», la conferma delle condanne per De Cianni e Colombo Labriola e il riconoscimento della prescrizione per Casarsa, Cavallo e Soligo.


Ilaria Cucchi: «Una sentenza importante, in un momento storico delicato»

A commentare la sentenza è stata Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e senatrice:

«Credo che la sentenza di oggi sia estremamente importante, soprattutto considerato il momento storico che stiamo attraversando. Si ha sempre la sensazione di questo senso di impunità da parte di determinate categorie di persone: oggi in quest'aula è stata confermata la sentenza di primo grado riguardo ai reati commessi dalla cosiddetta scala gerarchica successivamente all'uccisione di mio fratello. Oggi è una giornata molto importante e credo non solo per Ilaria Cucchi e la sua famiglia».

Durante il processo d'appello, due agenti della Polizia Penitenziaria si sono ritirati come parti civili, mentre è rimasta costituita la famiglia Cucchi.


Con questa decisione, il tribunale ha di fatto chiuso il secondo grado del procedimento sui depistaggi. Un verdetto che, seppur con prescrizioni e assoluzioni, ribadisce la gravità delle manovre insabbiate nei giorni successivi alla morte di Stefano Cucchi.

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