Viaggio della Memoria, gli studenti di Roma visitano l’ex ghetto di Cracovia: «Questa esperienza ci ha cambiato»
- Camilla Palladino
- 27 gen
- Tempo di lettura: 3 min
I 142 studenti di Roma e provincia partiti con una delegazione del Campidoglio e della Città metropolitana hanno visitato l'ex ghetto accompagnati dal racconto dello storico della Fondazione Museo della Shoah Marcello Pezzetti, uno dei massimi studiosi italiani della Shoah

«Essere qui è importante, fa la differenza nella nostra percezione delle cose rispetto a quando ce le raccontano a scuola». Parla Angelica, studentessa 17enne del liceo Amari Mercuri di Ciampino, al termine del secondo giorno del «Viaggio della Memoria» a Cracovia, in occasione dell'80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz, che ha fatto tappa nell’ex quartiere ebraico di Kazimierz. «È stato molto interessante, ma anche d’impatto. Pensare che sono cose successe veramente fa effetto», ha raccontato l'adolescente.
Il racconto dello storico Marcello Pezzetti al Viaggio della Memoria

I 142 studenti di Roma e provincia partiti con una delegazione del Campidoglio e della Città metropolitana hanno iniziato la visita da plac Wolnica, accompagnati dal racconto dello storico della Fondazione Museo della Shoah Marcello Pezzetti, uno dei massimi studiosi italiani della Shoah, che durante l’itinerario ha mostrato le immagini d’epoca dei viali percorsi con i ragazzi. Pezzetti ha ricordato il progressivo spostamento di tutti gli ebrei dal centro della città, oltre il fiume Vistola, fatta eccezione inizialmente per coloro che lavoravano e quindi servivano alla produttività di Cracovia. La denominazione del ghetto, da parte dei nazisti, come «zona abitativa», situata oltre il ponte Most Marszałka Józefa Piłsudskiego.
L'ex ghetto di Cracovia

La visita ha ripercorso «le stesse vie che camminarono gli ebrei dei quartiere ebraico di Kazimierz per arrivare al ghetto nazista», ha detto lo storico. Le decine e decine di studenti in fila sono così arrivati all’ingresso principale del ghetto con l’ex sede della Gestapo, nella piazza del mercato Rynek Podgórski. La passeggiata culturale ha poi seguito il perimetro dell’ex ghetto rimasto in piedi dalla primavera del 1941 alla primavera del 1943, un tempo segnato da un muro che ricorda la forma delle lapidi perché «il governatore nazista della città - ha proseguito Pezzetti - sosteneva che quella sarebbe stata la loro tomba». In alcuni punti, sono ancora visibili i resti dell’area di circa 20 ettari - dove erano stati stipati quasi 20mila ebrei - com’era allora.
La deportazione degli ebrei di Cracovia

Il gruppo è passato per il punto in cui si trovava il carcere del ghetto, che fino a due anni fa ha svolto anche la funzione di carcere di Cracovia, poi buttato giù. Accanto al punto in cui si trova l’altura che faceva da barriera naturale del lato nord ovest del ghetto, rimasto famoso perché è lo stesso in cui nel noto film «Schindler’s list» l’attore che interpreta Oskar Schidler (Liam Neeson) vede la bambina con il cappotto rosso, Pezzetti ha ripercorso la deportazione degli ebrei di Cracovia dal ghetto ai campi di sterminio a partire dal 1942.
Uno studente: «Questo viaggio mi ha cambiato»

Il giro è terminato nella piazza degli Eroi del Ghetto (plac Bohaterow Getta), proprio quella che venne utilizzata come luogo principale in cui si preparavano le deportazioni, costellata oggi da 70 grandi sedie in metallo che fanno riferimento agli oggetti personali e ai bagagli rimasti nella piazza dopo le deportazioni. In particolare «alle sedie delle scuole, portate qui da bambini e ragazzi». Un racconto che ha lasciato alcuni adolescenti in lacrime. «Di tutta la giornata, questa è l'immagine che mi ha colpito di più. Mi ha scioccato», ha commentato più tardi Emanuele, studente 18enne del liceo Biagio Pascal del XV municipio. E in merito alla preoccupazione espressa dalla senatrice Liliana Segre, che una volta scomparsi tutti i sopravvissuti la memoria si perda, ha aggiunto: «Non è vero. Non credo che succederà. Personalmente, questo viaggio mi ha cambiato».