Ultima Generazione, rinviato il processo per piazza Navona: «Azione simbolica»
La nuova udienza si terrà a febbraio, a causa di un difetto di notifica degli atti
Stamattina si è svolta presso il Tribunale di Roma, l’udienza predibattimentale per l’azione compiuta il 6 maggio 2023, azione in cui quattro persone attivisti di Ultima Generazione per la campagna «Non Paghiamo il Fossile» avevano versato del carbone vegetale nella fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona.
Un azione nonviolenta, per la quale i quattro manifestanti sono accusati per imbrattamento di opera d’arte, concorso in reato, con l'aggravante del numero di persone.
Rischiano fino a 5 anni di carcere. L’udienza, per un difetto di notifica degli atti, è stata rimandata a febbraio.
«Siamo stati accusati di un articolo penale molto grave - Alice attivista e artigiana 30enne ha dichiarato all'uscita dell’aula -, ma l’azione è stata puramente simbolica, abbiano colorato l’acqua di una fontana con del carbone vegetale, per attirare l’attenzione sul fatto che gli investimenti in combustibili fossili crescono di anno in anno, mentre il 20% del nostro territorio secondo i dati Ispra è colpito da siccità estrema. Siamo in una situazione terribile è quello che vediamo è un accanimento sempre maggiore per coloro che si fanno messaggeri di questo problema».
Gli attivisti, Davide e Alice, fuori dal tribunale di piazzale Clodio, hanno anche ricordato l’udienza del 14 ottobre in cui si deciderà se applicare la sorveglianza speciale a Giacomo Baggio Zilio e hanno invitato al presidio che si terrà quel giorno fuori dal tribunale, in piazzale Clodio.
Ultima Generazione, sorveglianza speciale Baggio Zilio: il 14 ottobre udienza
La Questura di Roma ha richiesto la sorveglianza speciale per Giacomo Baggio Zilio, consulente legale e attivista di Ultima Generazione. La misura prevede 2 anni di impossibilità di allontanarsi dal proprio Comune di residenza, il coprifuoco notturno dalle 20 alle 7, l'obbligo di firma quotidiano. Inoltre vige, come per una diffida, il divieto di partecipare a qualsiasi manifestazione a sfondo politico, gare sportive, concerti negli stadi e processioni religiose.
Questa misura cautelare è di fatto una misura prevista dal codice Antimafia per limitare la libertà personale dei cosiddetti «soggetti pericolosi con tenace propensione delittuosa».
«Nulla di più distante da Giacomo - commentano gli attivisti di Ultima Generazione -, che con azioni nonviolente di disobbedienza civile — il cui alto valore morale è riconosciuto da diversi tribunali e perfino dall’Onu — ha scelto di portare attenzione sul collasso climatico e sull’inazione del governo nel contrastarlo. Per chiedere la revoca della richiesta è stato lanciato un mailbombing alla Questura di Roma».
«Il ddl Sicurezza, strategia politica di accanimento»
«È assurdo pensare che, mentre assistiamo all'aumento di disastri climatici di ogni tipo, i politici non mirano alla sicurezza dell’Italia ma piuttosto a soffocare chi, con spirito critico, mette in discussione il potere e il non-operato di Meloni - sottolineano gli ambientalisti -. Perché questo fa il ddl Sicurezza in discussione questa settimana al parlamento. Non solo una repressione in più, ma di una strategia politica che usa la repressione come meccanismo principale per controllare la società, rappresentando - concludono -, una svolta pericolosa per la democrazia».
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