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Ultima Generazione, rinviato il processo per blocco dell'Appia Nuova [VIDEO]

  • Edoardo Iacolucci
  • 5 ott 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Ventuno persone sono imputate per il blocco su via Appia nuova del 24 aprile 2023

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Blocco di via Appia Nuova, 24 aprile 2023 (Ug)

Si è tenuta venerdì 3 ottobre, nel Tribunale di piazzale Clodio, l’udienza predibattimentale per il processo che vede imputate 21 persone per l’azione compiuta il 24 aprile dello scorso anno su via Appia Nuova, azione realizzata nell'ambito della campagna «Non paghiamo il fossile»,  di Ultima Generazione. Le persone a processo sono imputate di interruzione di pubblico servizio con l’aggravante del numero (più di cinque). L’udienza è stata rinviata al 19 novembre per mancanza di alcuni documenti.



«L'unico modo che abbiamo per farci ascoltare è rendere la protesta insopportabile, deve essere impossibile ignorarci, e per fare questo purtroppo dobbiamo creare del disagio - aveva spiegato durante l’azione Bjork, 21 anni, attivista di Ultima Generazione prima di bloccare il traffico incollata sull'asfalto -. La cosa peggiore che sta capitando alle persone coinvolte nell'azione non è quella di essere bloccate nel traffico, e la cosa peggiore che sta capitando a me non è quella di rischiare la fedina penale o di farmi male incollandomi qui, ma il continuo disinteresse del governo verso le nostre vite e il continuo investire nei combustibili fossili, che già ci sta togliendo l'acqua potabile, l'acqua per irrigare i campi, il cibo che cresce dalla terra e le nostre vite».


Mailbombing: «Per chiedere alla questura di ritirare la richiesta di sorveglianza speciale»

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Giacomo Zilio

Il 14 ottobre ci sarà  il processo in cui si deciderà se assegnare la sorveglianza speciale a Giacomo Baggio Zilio, consulente legale e membro di Ultima Generazione: «Abbiamo lanciato una mailbombing - spiegano gli ambientalisti di Ultima Generazione -, per far capire a chi ha chiesto l’applicazione della misura che Giacomo non è solo, che i motivi che l’hanno portato a protestare pacificamente sono condivisi da molte persone - concludono -. Quest’atto di accanimento poliziesco, che fa il paio con la recente approvazione alla Camera del ddl 1660, non è ciò che farà terminare le proteste».


Fino a che il Governo «non ascolterà realmente le ragioni della protesta portata avanti da Giacomo - aggiungono gli attivisti - ed a tante altre persone e non deciderà di affrontare seriamente la crisi climatica e le devastazioni che già adesso colpiscono il nostro territorio e le persone che lo abitano, ci saranno sempre persone che pacificamente ma con tutta la rabbia e la speranza necessaria scenderanno in strada a protestare».


Per questi motivi, per la mattina del 14 ottobre è stato organizzato un presidio a piazzale Clodio, fuori dal Tribunale.

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