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Ultima generazione, chiesta sorveglianza speciale per attivista. Il legale: «Non paragonabile ai mafiosi»

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 10 set 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Si chiama Giacomo Baggio l'attivista ambientalista di Ultima generazione che subirà misure di sorveglianza speciale, le stesse previste dal codice antimafia del 2011

ultima generazione

Due anni di sorveglianza speciale con firma obbligatoria ogni giorno, obbligo di permanenza domiciliare dalle ore 20 alle ore 7 e divieto di partecipare a manifestazioni di qualsiasi tipo, anche sportive e musicali. È la misura richiesta dalla questura di Roma per un'attivista di Ultima Generazione che lo scorso 13 maggio fu fermato dalla polizia a seguito di una manifestazione.


Ultima generazione, le stesse misure previste dal codice antimafia

Si chiama Giacomo Baggio l'attivista ambientalista di Ultima generazione che subirà misure di sorveglianza speciale, le stesse previste dal codice antimafia del 2011 per evitare che soggetti socialmente pericolosi commettano reati.


«Si tratta di una richiesta molto dura, il tipo di sorveglianza più limitativo della libertà personale. Al momento non abbiamo ancora gli atti - spiega all'Adnkronos Paola Bevere, avvocato dell'attivista -. Questa richiesta si basa principalmente sul sospetto che questo attivista, che tra l'altro è incensurato, sia una persona pericolosa per la sicurezza pubblica. Come legali sosteniamo sempre che queste persone non possono essere equiparate ai mafiosi», spiega Bevere, ricordando come a giugno Baggio abbia presentato anche una querela per lesioni a seguito del fermo.


Ultima generazione: «Speriamo si tratti di un errore»

Anche gli attivisti del movimento per il clima si mobilitano: «Questo livello di accanimento contro un movimento non violento di disobbedienza civile è assurdo e preoccupante. Dovrebbero spiegare se si tratta di un errore o di un tentativo di intimidazione nei nostri confronti», denuncia Ultima Generazione che organizzerà un presidio di solidarietà il 14 ottobre a Roma alle 9 davanti al tribunale di Piazzale Clodio in occasione dell'udienza, dove il giudice sarà chiamato a decidere se confermare o respingere l'applicazione della misura di prevenzione.

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