Ultima Generazione a processo per il blocco stradale sulla Tangenziale Est
In attesa del processo del 28 novembre, per il blocco stradale del 17 maggio 2023, in cui hanno bloccato il traffico sulla tangenziale Est, tra la Nomentana e via delle Valli
In attesa del processo di domani 28 novembre alle ore 11, per il blocco stradale del 17 maggio 2023 in cui gli attivisti hanno bloccato il traffico della Capitale, precisamente nella tangenziale Est, sedendosi sull’asfalto della carreggiata del senso di marcia che conduce verso la Nomentana e calandosi da un ponte di via delle Valli.
Lunedì si sono tenute al Tribunale di Roma due udienze predibattimentali per gli attivisti di Ultima Generazione, per azioni compiute negli ultimi due anni.
La prima, per l’azione alla sede Eni alla Garbatella del 19 aprile 2022, in cui i capi di imputazione capi di imputazione sono concorso di reato, danneggiamento, insieme alle circostanze aggravanti comuni, porto abusivo di armi o oggetti atti a offendere, il rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale violazione del foglio di via obbligatorio. Rinviata al 6 marzo 2025 per difetti di notifica alle imputate.
«Oggi si è tenuto processo per un’azione dimostrativa che ho fatto in un Energy Store di Eni nell’aprile del 2022. Siamo entrati - spiegano gli attivisti di Ultima Generazione -, abbiamo interrotto le normali attività, abbiamo lanciato vernice sulle vetrate e abbiamo colpito con dei piccoli scalpelli le vetrate, danneggiandole in maniera contenuta, chiedendo cosa fosse questo piccolo danno rispetto ai danni che Eni sta causando».
La seconda, per la manifestazione del 5 ottobre 2022 non autorizzata durante lo sciopero della fame nei pressi di Montecitorio. Rinviata al 5 giugno 2025 per difetti di notifica alle imputate
La richiesta di Ultima Generazione
«La nostra richiesta - scrivono gli ambientalisti di Ultima generazione -, è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l'eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (Sad), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari. Per questo continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi».
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