Trattori in protesta contro il governo ma Lollobrigida «non li vede». Sabato a Roma attesi in 50
Disagi e rallentamenti per il traffico sull'autostrada. Tra le richieste dei manifestanti la difesa dalla concorrenza delle multinazionali, il controllo del prezzo dei prodotti agricoli e la difesa del Made in Italy

Sono tornati in strada per protestare a un anno dallo stop diversi gruppi di agricoltori. Al centro delle rivendicazioni la concorrenza sleale, la difesa dalla concorrenza delle multinazionali, il controllo del prezzo dei prodotti agricoli e la difesa del Made in Italy.
La manifestazione, partita da presidi diffusi in tutto il Paese, si concentra ora alle porte di Roma, in attesa di un ingresso nella Capitale previsto per sabato, quando sono attesi 50 trattori in città per protestare contro le politiche del governo.
Interrogato sul tema, il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida minimizza: «Non mi pare che ci sia la protesta degli agricoltori. C'è la protesta di una piccolissima parte di loro e tra quei pochissimi ancora meno sono quelli che manifestano criticità verso il governo».
La giornata di protesta nel nord del Lazio
Il movimento dei presidi degli agricoltori in protesta ha riguardato due gruppi. Oltre una decina di trattori della rappresentanza di agricoltori dei territori di Fiumicino, Cerveteri, Anguillara, in presidio dallo scorso 28 gennaio lungo la via Aurelia, al km 28-29, tra Torrimpietra e Granaretto, si è mosso sulla consolare in direzione di Civitavecchia.
In giornata è quindi previsto l'incontro con altre rappresentanze di agricoltori «provenienti da Capalbio ed Emilia Romagna».
Disagi e rallentamenti sulle strade si sono registrati anche all'altezza del casello dell'A1 di Orte, dove un altro gruppo formato da una decina di persone e cinque mezzi agricoli, capitanato da Tonino Monfeli, ha bloccato l'accesso all'autostrada.
Le ragioni della protesta e il commento del ministro Lollobrigida
Al centro della protesta dei trattori la questione dei «prezzi dei prodotti agricoli, sottopagati» chiedendo, «nel difendere il nostro lavoro, che ci sia un prezzo equo e riconosciuto per i prodotti agricoli», oltre alla battaglia contro le «importazioni selvagge nei settori più esposti alla concorrenza sleale».
Per il ministro Lollobrigida non si tratterebbe però di proteste importanti. «Non mi pare che ci sia la protesta degli agricoltori - è il punto di vista del ministro -, c'è la protesta di una piccolissima parte di loro e tra quei pochissimi ancora meno sono quelli che manifestano criticità verso il governo. Per quanto ci riguarda - conclude Lollobrigida -, i risultati sono talmente evidenti a tutti che le poche decine di manifestanti non sono certamente rappresentativi della grandissima parte degli agricoltori italiani».
Smentiscono il ministro le parole rivolte all'Adnkronos da Salvatore Fais, socio fondatore di 'Agricoltori italiani'. Le motivazioni, dice Fais, «sono le stesse dell'anno passato perché non abbiamo ottenuto nulla dal governo: l'agricoltura penalizzata rispetto alle multinazionali e penalizzata dalla burocrazia, costi di produzione alti, nessun intervento sul grano, il problema alluvioni su cui bisogna intervenire...».
Le richieste dei trattori restano dunque le stesse, altro che dazi: «I dazi non ci preoccupano perché il prodotto italiano è pregiato e ha mercato, il problema semmai è il mercato interno nazionale, il Made in Italy costa troppo e va ritrovato il giusto equilibrio tra produttore e Gdo», sottolinea Fais.
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