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Camilla Palladino

Trasporti, Patanè: "Il 2024 anno zero della mobilità"

Aggiornamento: 15 giu

Roma è costellata di cantieri ma, promette l'assessore ai Trasporti di Roma Capitale Eugenio Patanè, al termine dei lavori la mobilità in città sarà rivoluzionata

Eugenio Patanè, assessore ai Trasporti e alla Mobilità di Roma Capitale

Tram, metro, bus. Roma è costellata di cantieri ma, promette l'assessore ai Trasporti di Roma Capitale Eugenio Patanè, al termine dei lavori la mobilità in città sarà rivoluzionata. La Capitale ha fatto il punto sugli interventi principali con il numero uno di via Capitan Bavastro.


Assessore Patanè, partiamo dalla recente approvazione del progetto del tram che va dalla Tiburtina al Verano. Ora ci sarà la gara, quali sono le tempistiche per l'aggiudicazione definitiva?

«Allora, adesso il prossimo passo sarà quello di stipulare un accordo con la stazione appaltante. Quindi stiamo per decidere se la stazione appaltante sarà a Atac oppure Invitalia. Per le altre due tramvie è stata Invitalia, perché erano dei finanziamenti Pnrr e Invitalia è stata individuata dal governo come stazione appaltante per le gare del Pnrr. Questa invece non è realizzata con le risorse del Pnrr, quindi possiamo decidere se darla a Invitalia oppure tenerla in house e farla fare dalla nostra stazione appaltante. Probabilmente alla fine decideremo per Invitalia, perché comunque ha un know-how già sperimentato su queste tramvie. Poi ci vorrà un po' di tempo per l'aggiudicazione e per tutte le operazioni successive all'aggiudicazione. E a quel punto poi la società vincitrice potrà fare sia il progetto esecutivo di fattibilità tecnico-economica. Quindi sicuramente all'inizio del 2025 noi inizieremo i lavori della Verano-Tiburtina».


Si è parlato molto dell'arrivo di nuovi convogli, sia per la metro che per i tram. Come cambierà la frequenza del passaggio dei mezzi?

«Migliorerà tanto. I problemi sono soprattutto sulla metro B, dove c'è stata una carenza di treni. Quando noi siamo arrivati avevamo 13 treni sulla linea che si dirama anche nella B1, quindi due terzi dei treni vanno verso Rebibbia, un terzo verso Ionio, quindi c'è addirittura una minore frequenza. Adesso, a giugno, con la revisione dei treni vecchi arriveremo a 18-20 treni sulla linea, che significa migliorare di tanto le frequenze. Poi arriveranno i treni nuovi, il primo arriverà a dicembre, e ne avremo altri 7-8 nuovi che arriveranno durante il 2025. Il numero di treni tuttavia non può aumentare all'infinito, perché a quel punto entra in gioco un'altra componente molto importante degli asset della metropolitana che è il segnalamento, cioè il sistema tecnologico che consente ai treni di stare quanto più ravvicinati possibile. Atac ha fatto un nuovo progetto di segnalamento moderno da 180 milioni di euro, col quale noi parteciperemo al bando del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ci permetterebbe di mettere più treni sulla linea perché il nuovo segnalamento consente di ravvicinare la distanza tra i convogli».


A metà maggio sul suo profilo Facebook lei ha annunciato l'arrivo di 5 offerte per il prolungamento della metro A da Battistini a Monte Spaccato. Su questo c'è qualche aggiornamento? E anche qui quali saranno le tempistiche?

«Intanto voglio dire che non era scontato che su una gara del genere si presentassero ben cinque soggetti tra i migliori d'Europa nella progettazione di metropolitane: dopo anni di bandi andati deserti, Roma ha ripreso la sua attrattività nel mercato internazionale e mondiale. Noi abbiamo innanzitutto affidato l'aggiudicazione della gara alla nostra Cua, la Centrale unica degli acquisti del Comune di Roma che sta espletando le operazioni di gara. Questo espletamento si verifica in tre fasi. La prima è quella dell'apertura delle buste amministrative, quindi per verificare se ci sono tutti i requisiti propedeutici alla partecipazione alla gara, che è conclusa. La seconda è quella dell'offerta tecnica, quindi che tipo di progettualità hanno presentato le società, che si è aperta lunedì scorso (3 giugno, ndr). E la terza è quella relativa all'offerta economica. Noi speriamo che a luglio, dopo la valutazione del progetto tecnico, si possa verificare anche la terza fase. Quindi tra la fine dell'estate e l'inizio di settembre».


Per quanto riguarda il Giubileo, quali progetti devono ancora partire?

«Ci sono diversi cantieri che riguardano sia la mobilità che i lavori pubblici, quindi sono gestiti a metà (con l'assessorato di Ornella Segnalini, ndr), che ancora devono partire o sono in fase di partenza. Però diciamo che tutti i progetti specifici di mobilità non solo sono partiti, ma alcuni sono già conclusi. Per esempio l'arrivo di un centinaio di autobus 18 metri, che già abbiamo messo a regime sulle strade. Poi stiamo portando avanti la Mobility as a Service, un bando Pnrr che noi abbiamo vinto insieme a Milano e Napoli, per far sì che ci fosse un'applicazione della mobilità che riunisce i diversi vettori del trasporto pubblico e con un'unica bigliettazione. È la modernità, è il futuro della mobilità. Ecco, noi abbiamo già finito la sperimentazione di questo e a luglio inizieremo a metterla a regime».


Prima ancora dei nuovi tram, va rifatto il deposito di Porta Maggiore. A che punto siete?

«Abbiamo fatto una gara da 121 convogli tramviari dal valore di mezzo miliardo di euro, che si è aggiudicata un operatore spagnolo, la Caf, che è molto rinomata nel mondo della costruzione di treni, metro e tram. Però questi tram sono 33 metri sono più lunghi rispetto ai tram che oggi utilizziamo per Roma che sono al massimo di 28 metri, quindi abbiamo dovuto rifare il deposito perché ovviamente i binari che sono all'interno del deposito e gli anelli di curvatura con un tram più lungo devono essere modificati. Tra settembre e ottobre chiuderemo tutte le linee tramviarie per rifare il deposito, che costerà 21 milioni di euro».


Come sta andando la gestione dei disagi provocati dai cantieri e la comunicazione con i cittadini?

«Dal primo giorno in cui mi sono insediato ho detto subito: "cari cittadini romani, ci vorranno tre anni per riportare alla normalità il trasporto pubblico". Non sto promettendo l'eccellenza, sto promettendo la normalità, per l'eccellenza poi avremo tempo. Noi avevamo ereditato una situazione che era disastrosa da tutti i punti di vista sulle metropolitane. I treni non avevano le revisioni, i binari erano di 40 anni fa. Per i primi sei mesi di legislatura abbiamo impostato questo lavoro, sapevamo perfettamente che il 2024 sarebbe stato l'anno zero della mobilità. Per capirci: la sostituzione dei binari della metro di Ottaviano-Battistini ci consente poi di non dover toccare più i binari della metro A per i prossimi trent'anni. È una grande cosa, che però ci obbliga a chiudere la metropolitana alle 21 da qua fino a novembre, ma a dicembre la riconsegneremo ai cittadini. Quindi ne vale la pena, perché non sono romanelle, ma è un lavoro strutturale e pesante che va in profondità e che si occupa di cose delle quali i cittadini neanche si rendono conto».


Ad esempio?

«Il piano cavi della metro A. Cioè prendere i cavi elettrici e fare un grafico di dove stanno, in modo che il prossimo che ci deve lavorare, attraverso la graficizzazione del piano dei cavi elettrici della metro A, sa dove andare a mettere le mani se qualcosa si rompe o non funziona. Io sono sceso la notte nella metropolitana, c'è un groviglio di cavi. Adesso abbiamo dato l'appalto per fare il piano. Oppure stiamo facendo la progettazione per la sostituzione di tutte le sottostazioni elettriche dei tram, vale a dire quegli armadi che consentono al tram di avere energia elettrica per poter viaggiare. Alcune erano nel 1970 e quando i tecnici di Atac pensavano di andare lì con strumenti moderni per capire dove era il guasto, non si connettevano con quegli armadi che sono analogici. Noi le stiamo sostituendo in modo da far sì che il mio successore possa dire che gli asset fondamentali del trasporto pubblico sono stati messi a posto».

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