Tari, nel 2025 nessun aumento. Scozzese: «Recuperati più di 600 milioni»
L'annuncio arriva nel corso della commissione congiunta Bilancio-Ambiente, convocata per fare il punto sulla situazione delle tariffe della tassa dei rifiuti di Roma

Non aumenterà la Tari nel 2025, nonostante «l'aumento dei costi pari al 14 per cento e l'ampliamento delle attività che Ama svolge». E questo grazie al lavoro messo in atto dall'amministrazione per il «recupero dell’evasione». L'annuncio arriva dall'assessora al Bilancio del Campidoglio Silvia Scozzese nel corso della commissione congiunta Bilancio-Ambiente, convocata per fare il punto sulla situazione delle tariffe della tassa dei rifiuti di Roma.
L'aumento della riscossione della Tari negli ultimi tre anni
Il risultato è stato raggiunto attraverso un lavoro di riorganizzazione della banca dati capitolina, svolto dal dipartimento delle Entrate in sinergia con Ama. Così, spiega Scozzese, «abbiamo migliorato la nostra capacità di riscossione della Tari del 50 per cento, passando a 600 milioni rispetto ai 400 milioni di euro» di tre anni fa, al momento dell'insediamento dell'attuale giunta. Nello specifico, il recupero è stato di 642,8 milioni nel 2024, il 53 per cento in più rispetto al 2021.
Oltre 145mila gli accertamenti di evasione
A fornire ulteriori numeri i responsabili del dipartimento Risorse economiche: gli accertamenti di evasione degli anni pregressi sono stati poco più di 145mila tra utenze domestiche e non domestiche. Di questi, 43.622 risultano attualmente pagati e 8.913 sono stati oggetto di istanza di rateizzazione. Le autotutele sono state 28mila e 2.600 le notifiche di ricorso alla commissione tributaria. Tra gli altri circa 60mila utenti (che non hanno pagato, né rateizzato, né sono ricorsi all'autotutela) ci sono persone alle quali non è stato ancora notificato l'accertamento oppure non hanno fatto nulla dopo la notifica. In quest'ultimo caso, si procederà con la riscossione coatta.
L'esito delle istanze di autotutela
Quindi al momento tra istanze di autotutela, solleciti, integrazioni documentali o reiterazioni delle istante ci sono stati 38.287 contatti con i cittadini. È stata inoltre registrata una riduzione dei tempi nell'evasione delle istanze, pari in media a 40 giorni (la metà del termine dei 90 giorni previsto dalla legge). In ogni caso, «non abbiamo mai superato i 60 giorni», sostiene Nicola Mattera, vicedirettore del dipartimento capitolino. Per quanto riguarda nello specifico gli esiti della lavorazione delle autotutele, il 31 per cento è stato rigettato e il 25 per cento parzialmente accolto. Del restante 44 per cento, il 28 per cento è stato oggetto di annullamento totale ma con la riemissione dell'atto verso un altro soggetto, mentre il 16 per cento ha subìto un annullamento totale. In più, è stato smaltito uno stock di 43mila istanze presentate in maniera incompleta dagli utenti negli anni scorsi.
La bonifica delle banche dati
In merito al lavoro di bonifica delle banche dati, il dipartimento del Campidoglio ha fatto sapere che su 1,5 utenze domestiche e non domestiche in tariffa ne sono state verificate 450mila e recuperate il 24 per cento. Un lavoro che ha provocato un «complessivo miglioramento delle performance» e che permetterà «di ridurre progressivamente la tassa sui rifiuti». Sono stati cessati i contratti di 120mila tra utenze domestiche e non domestiche, e sistemate 35mila posizioni di utenti deceduti. Infine sono state gestite le posizioni di esenzione.
Tempesta: «Sulla strada corretta»
Presenti alla seduta anche l'assessora capitolina all'Ambiente e al Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi e il presidente di Ama Bruno Manzi. Soddisfatti i presidenti delle commissioni Bilancio e Ambiente, rispettivamente Giulia Tempesta e Giammarco Palmieri, entrambi esponenti del Pd. «Siamo sulla strada corretta: abbiamo raggiunto l'allineamento delle banche dati, abbiamo recuperato l’evaso e il rapporto con i contribuenti, e abbiamo aumentato la riscossione», sottolinea Tempesta. Il tutto, aggiunge Palmieri, grazie a «un lavoro enorme fatto dall’amministrazione».
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