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Sul palco del concertone i Patagarri cantano «Palestina libera»: insorge la comunità ebraica

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 2 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Durante la performance die Patagarri, il frontman Francesco Parazzoli ha lanciato dal palco un messaggio

patagarri

Un’esibizione accesa con una forte presa di posizione. È quanto accaduto ieri durante il concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni, dove a far discutere è stata una battuta dei Patagarri, giovane band milanese emersa dall’ultima edizione di X Factor.


Patagarri al concertone, la polemica

Durante la loro performance , il frontman Francesco Parazzoli ha lanciato dal palco un messaggio: «Finché ogni popolo non sarà libero di autodeterminarsi e di vivere in pace, non potremo essere allegri. E quindi vi chiedo di ripetere con me: Free Palestine, Palestina libera». Le parole del cantante hanno scatenato una reazione immediata anche per il contesto in cui sono state pronunciate: le note di sottofondo erano quelle di Hava Nagila, un celebre brano della tradizione ebraica.


Immediata e durissima la risposta della Comunità ebraica di Roma. Il presidente Victor Fadlun ha definito l’esibizione «ignobile», accusando la band di «appropriarsi della nostra cultura per invocare la nostra distruzione». «C'è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell’esibizione dei Patagarri. È un insulto e una violenza inaccettabile ascoltare una nostra canzone culminare con lo slogan “Palestina libera”, lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele», ha scritto Fadlun sui social, condividendo il video della performance.


Sulla stessa linea anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha criticato aspramente l’uso di un brano ebraico «che celebra la gioia dello stare insieme» trasformato in «veicolo di divisione e odio antisemita». Di Segni ha puntato il dito anche contro le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, organizzatrici dell’evento, e contro la Rai, accusata di non aver esercitato alcuna vigilanza su quanto andava in onda.


Le parole dei rappresentanti ebraici evocano anche riferimenti tragici e ancora aperti. «Pensate a cosa ha fatto Hamas dei nostri bambini», ha scritto Fadlun, ricordando il massacro al Nova Music Festival e gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi palestinesi. «Di fronte a queste provocatorie manifestazioni di intolleranza, sentiamo lo spazio delle nostre libertà restringersi. Ma a perdere non siamo solo noi: è l’intera società civile».


La risposta della band

La band ha risposto alle critiche con toni più distesi, senza entrare direttamente nella polemica: «È stato un grande onore, un’adrenalina incredibile, avremmo suonato per ore. Messaggio potente? Ce ne sono stati anche altri. Ci sembrava assurdo venire qui senza un messaggio politico e in tutela di persone più sfortunate di noi».





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