Suicidi nelle carceri, le reazioni: "La politica se ne disinteressa"
Il carcere di Regina Coeli ha tasso di affollamento del 180%, il più alto nel Lazio, tra i più alti in Italia
Un altro suicidio in carcere, un altro a Regina Coeli, ancora nella VII sezione. Un uomo di origini pakistane di 31 anni in attesa di giudizio ieri sera si è tolto la vita impiccandosi alla porta della cella, che condivideva con due compagni.
I Garanti: "Venga chiusa la VII sezione"
Era tenuto d'occhio a causa di alcuni atti autolesivi che aveva mostrato, ma la sorveglianza a Regina Coeli è affidata a un numero di agenti molto esiguo, mentre il numero dei detenuti arriva a 1150 per 628 posti regolamentari effettivamente disponibili. Un tasso di affollamento del 180%, il più alto nel Lazio, tra i più alti in Italia. I numeri hanno forniti il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e la Garante delle persone private della libertà personale di Roma Capitale, Valentina Calderone.
«Ribadiamo la nostra ferma convinzione che la VII sezione di Regina Coeli vada immediatamente chiusa, ristrutturata e destinata a una sola delle molte e contrastanti esigenze per cui ora è impropriamente utilizzata. Ciò detto, non possiamo non dire che non si può continuare così. Speriamo – affermano Anastasìa e Calderone – che con la fine della campagna elettorale per le europee finisca anche la stagione della propaganda e che finalmente si cominci a discutere delle risposte urgenti chieste dal Presidente della Repubblica tre mesi fa».
Il sidacato
«Del resto il carcere capitolino di Regina Coeli, con circa 1.140 detenuti presenti a fronte di una capienza di 628 posti regolamentari e con poco più di 300 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria in servizio, quando ne servirebbero almeno il doppio, è l’emblema della disfunzionalità e della crisi del sistema carcerario italiano che, palesemente, invalida il percorso prioritario della giustizia penale. Di tutto questo però la politica, almeno quella prevalente e della maggioranza di governo, al di là di qualche dichiarazione di facciata, non sembra interessarsi compiutamente», ha dichiarato Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
Le parole di Antigone
«Ancora una volta chiediamo di porre il tema del carcere al centro dell'agenda politica. C'è bisogno di riforme che umanizzino la pena, investendo in attività, spazi e personale, e non riducano le persone detenute ad essere dei numeri», ha aggiunto Antigone, l'associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, in una nota.
Il Sappe: "Le istituzioni intervengano al fianco della polizia penitenziaria"
«Invito le Autorità istituzionali e regionali ad attivare, da subito, un tavolo permanente regionale sulle criticità delle carceri». Così Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, dopo aver appreso la notizia. L'ennesimo suicidio di un detenuto in carcere dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari, al di là del calo delle presenze. Gli istituti penitenziari hanno l'obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l'Italia è certamente all'avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti».
Avs: "Una condizione indegna ma Meloni è immobile"
«La morte del giovane detenuto conferma purtroppo la situazione drammatica in cui versano i nostri istituti di pena. Una condizione indegna su cui il governo Meloni è fermo, praticamente immobile e non fa nulla. Svuotare le carceri, investire sui percorsi di reinserimento, lavorare sulla riabilitazione e non sulla punizione sono temi di cui dovrebbe occuparsi la politica e la maggioranza di governo, che invece dimostra di avere scarsa attenzione sulle carceri italiane», ha affermato in una nota il consigliere di Alleanza Verdi e Sinistra nel Consiglio della Regione Lazio, Claudio Marotta.
Mattia: "Ennesima tragedia ma nulla da Rocca e dalla Meloni"
«Si tratta quindi della classica, l'ennesima, tragedia annunciata: lo sapevamo, lo avevamo registrato e denunciato, ancora una volta, meno di un mese fa. Ma nel frattempo nulla è stato fatto dalla Giunta Rocca, dal Governo Meloni e dalle Istituzioni competenti rispetto all'emergenza carceri nel Lazio. La Giunta Rocca riferisca quali azioni stia mettendo in campo anche in ambito del confronto Stato-Regioni per sensibilizzare il Governo Meloni sulla questione», così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, vicepresidente della I Commissione Affari Costituzionali alla Pisana, promotrice delle audizioni sull'emergenza carceri a Roma e nel Lazio.
Le consigliere del Pd
«Sul sistema carcerario questo Governo non ha messo una risorsa in più e non ha ancora risolto il tema della collocazione di coloro che avrebbero diritto a misure cautelari o a modalità di esecuzione della pena alternative al carcere, ma che non dispongono di residenza o domicilio», così la consigliera regionale e coordinatrice della segreteria romana Pd, Emanuela Droghei e la consigliera capitolina e componente di diritto della Direzione nazionale del Pd, Cristina Michetelli.
Cangemi: "Dignità stella polare di Rocca, la sinistra non strumentalizzi la notizia"
«Sulla situazione carceraria la Giunta Rocca e la maggioranza non accettano lezioni da nessuno. La Giunta Rocca ha completamente ristrutturato il centro clinico di regina Coeli. La dignità di ogni essere umano è sempre stata la stella polare del Presidente Rocca e della sua maggioranza».
«Invitiamo a non utilizzare il tema delle carceri per fare campagna elettorale. Non accettiamo lezioni da chi non si è mai impegnato per i detenuti e non sa neppure quali e quanti siano gli istituti penitenziari del Lazio», ha dichiarato Giuseppe Emanuele Cangemi, vicepresidente del Consiglio Regionale del Lazio.
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