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Strage di Fidene, oggi la sentenza per Claudio Campiti

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 16 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

I giudici della Prima Corte di Assise si sono ritirati in camera di consiglio per deliberare la sentenza, attesa per il tardo pomeriggio, intorno alle 18

campiti

È entrata nel vivo la giornata decisiva per il processo sulla strage di Fidene, l’efferato omicidio avvenuto l’11 dicembre 2022, quando Claudio Campiti aprì il fuoco durante una riunione del consorzio Valleverde in un gazebo di via Monte Gilberto, uccidendo quattro donne, Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Fabiana De Angelis. Per il killer il pubblico ministero di Roma, Giovanni Musarò ha chiesto l'ergastolo.


I giudici della Prima Corte di Assise di Roma si sono ritirati in camera di consiglio per deliberare la sentenza, attesa per il tardo pomeriggio, intorno alle 18. Nell’aula bunker di Rebibbia si trovano oggi i familiari delle vittime, i sopravvissuti alla strage e, per l’apertura dell’udienza, anche l’imputato Claudio Campiti.


Strage di Fidene, l'accusa e la difesa: «Incapace di intendere e di volere»

La procura ha chiesto per Campiti la condanna all’ergastolo, con l’aggiunta di due anni e mezzo di isolamento diurno. L’imputato è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, di tentato omicidio nei confronti di altre cinque persone presenti al tavolo del consiglio di amministrazione, e di lesioni personali per il trauma psicologico causato ai sopravvissuti.


La difesa di Campiti ha invece chiesto la non punibilità dell’imputato, sostenendo la totale incapacità di intendere e di volere al momento dei fatti. In subordine, ha invocato il riconoscimento del vizio parziale di mente e l’applicazione delle attenuanti generiche, da ritenersi prevalenti rispetto alle aggravanti contestate.


Nel procedimento risultano imputati anche il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e un dipendente dell’armeria del poligono di Tor di Quinto, da dove Campiti ha ottenuto l’arma utilizzata per la strage. Sono accusati di omissioni nei controlli e nella vigilanza sulle armi. Per loro, la procura ha chiesto rispettivamente una condanna a 4 anni e un mese e a 2 anni.



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