- Redazione La Capitale
Stati generali della Natalità, Roccella contestata: “È censura”
Aggiornamento: 23 mag
Le proteste contro la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità durante gli Stati generali della Natalità venivano da un gruppo di studenti che con fischi e urla che hanno impedito a Roccella di terminare il suo intervento
«Sul mio corpo decido io». Al grido di queste parole un gruppo di circa 20 attivisti ha accolto sul palco degli Stati Generali della Natalità, la cui quarta edizione è in programma il 9 e 10 maggio all'Auditorium della Conciliazione, la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella. La protesta ha portato la Roccella a rinunciare al suo intervento.
L'indignazione della ministra
Dopo l'evento, la ministra ha espresso il suo disappunto su Facebook sottolineando di aspettarsi solidarietà da figure politiche e intellettuali di sinistra, e criticando quello che lei stessa ha definito un atto di censura che le ha impedito di esprimersi liberamente.
«Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. –, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali», ha scritto sui social la ministra.
L’intervento di Meloni e Mattarella
Piena solidarietà è arrivata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha commentato la vicenda esprimendo la propria vicinanza a Roccella e definendo l’episodio uno «spettacolo ignobile».
Sulla questione si è espresso anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha telefonato alla ministra Roccella e si è pronunciato sulla vicenda con dure parole: «Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione».
Il Salone del libro di Torino
Non è la prima volta che la ministra viene contestata per via delle sue posizioni ultraconservatrici su famiglia e aborto. Successe un evento analogo nel maggio del 2023, al Salone del Libro di Torino, dove la ministra doveva presentare il suo libro “Una famiglia radicale”, ma alcune attiviste di Non una di meno e Exctiontion rebel l'attaccarono sul tema dell'aborto mettendo fine alla presentazione.
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