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Stadio della Roma, Veloccia: «Non esiste nessun vincolo boschivo e se ci fosse sarebbe superabile»

Anita Armenise

La vicenda del bosco e dello stadio è finita in tribunale che chiarirà se la «scomparsa» del bosco nei documenti attuali e relativi al progetto dello stadio sia attribuibile esclusivamente a una svista dovuta al lungo periodo di dodici anni trascorsi, oppure se siano intervenuti altri elementi

bosco di pietralata
L'area verde di Pietralata

«Sul tema del bosco urbano noi abbiamo spiegato in modo molto chiaro, lo spiegheremo ancora, che non c'è e non c'è mai stato un vincolo boschivo su queste aree e che gli uffici hanno agito correttamente». Così Maurizio Veloccia, assessore all'Urbanistica del Campidoglio sulla questione ancora aperta della presenza di un'area boschiva non presente nei documenti approvati dalla giunta comunale per l'avanzamento del progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata, ma esistente negli allegati della Variante del 2012 al piano direzionale di Pietralata.

Stadio della Roma, in corso indagine al Tar

«Noi riteniamo che non ci siano problematiche di questo tipo, peraltro, qualora anche ci fossero state, sarebbero state superabili», ha spiegato l'assessore intervenuto nel programma Gli Inascoltabili Fuori Orario...sempre più inascoltabili' in onda su Radio Roma Sound in relazione all'indagine aperta dalla procura per falso in atto pubblico riguardo il fatto che la mappa topografica che mostra il bosco potrebbe non avere carattere vincolante, ma sarà necessario chiarire se la «scomparsa» del bosco nei documenti attuali e relativi al progetto dello stadio sia attribuibile esclusivamente a una svista dovuta al lungo periodo di dodici anni trascorsi, oppure se siano intervenuti altri elementi.


«Noi attendiamo con serenità tutti gli accertamenti che si vorranno fare. Come quando ci dicevano che le case occupate erano delle case in perfetta regola, noi siamo andati avanti piano piano, abbiamo sempre vinto i nostri giudizi al Tar», anche se in realtà sulla questione si sono espressi più organi ma nessun in modo definitivo.


Esiste infatti una sentenza del tribunale civile che ha riconosciuto il possesso da parte dei residenti e ha decretato come un atto di molestia possessoria l'attività svolta dall'amministrazione capitolina. Il Consiglio di Stato (il tribunale d'appello della giustizia amministrativa) che ha respinto il ricorso per la sospensione cautelare del provvedimento di sgombero, ha affermato di non poter accogliere la sospensiva, perché di fatto gli sgomberi erano già avvenuti, e ha giudicato la vicenda molto complessa, quindi meritevole di «un adeguato approfondimento in sede di merito in primo grado», si legge nell'ordinanza del 3 settembre.


Informazioni sulle tempistiche: «Dovete chiedere alla Roma»

«Se il progetto definito arriverà per Pasqua? Mi spiace dover rispondere in modo diplomatico - ha concluso Veloccia - nel senso che questa è una domanda che va fatta a chi deve consegnare il progetto, cioè alla Roma. Io posso soltanto auspicare che questo avvenga il prima possibile perché ovviamente c'è anche la volontà di poter andare avanti il più possibile in un iter che comunque è ancora lungo»

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