Sposa un imprenditore 90enne e gli porta via il patrimonio, a processo per violenza privata una donna di 60 anni
- Redazione La Capitale
- 21 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Cristina Mattiuz avrebbe imbottito il 90enne Angelo Treglia di psicofarmaci facendogli firmare polizze milionarie e una procura per operare sui suoi conti correnti. Dopo la morte i figli dell'uomo si sono costituiti parti civili

Gli ultimi mesi di una vita intensa li ha trascorsi in una casa di riposo. Una fine del tutto diversa da quella immaginata da Angelo Treglia, imprenditore, morto il 22 settembre scorso all’età di 93 anni, quando nel 2021 aveva sposato Cristina Mattiuz, 60 anni. Da quel giorno lei, ora sotto processo con l’accusa di violenza privata, gli avrebbe portato via tutto. Aziende, immobili e soldi. Un patrimonio valutato in diversi milioni di euro.
La donna avrebbe capito la vulnerabilità di Angelo, dovuta all’età, poi sarebbe ricorsa a dosi massicce di psicofarmaci. Treglia li avrebbe presi, senza rendersene conto, e l’imputata, a quel punto, ne avrebbe approfittato per fargli fare tutta una serie di operazioni che lo hanno lasciato quasi senza nulla. L’imprenditore però a un certo punto ha capito che non era l’amore ad aver spinto Cristina a sposarlo, e allora ha trovato la forza di denunciarne le trame. E ora a cercare giustizia sono i figli, che si sono costituiti parti civili con l’avvocato Valerio Vallefuoco.
Il matrimonio
Angelo e Cristina si conoscono nel 2017. Lui è un imprenditore di successo, rimasto sempre nell’ombra perché poco incline a cercare una foto in copertina. È a capo di due società, la Murmi e la I.Co.Im., il cui campo di attività è la compravendita di immobili di prestigio e il loro arredamento. Lei è stata a sua volta un’imprenditrice (settore elettrodomestici), ma in passato: al momento è in cerca di un’altra occupazione. Angelo ne viene attratto. Ha perso la moglie vent’anni prima. Si sente solo. Così accetta un invito di lei per mangiare una pizza. Quattro anni dopo si sposano con matrimonio civile.
Gli ultimi giorni in una casa di riposo
È il 25 gennaio del 2021. Per Angelo dovrebbe essere l’inizio di un sogno, invece è il primo passo verso la rovina. L’imprenditore, secondo l’accusa, viene imbottito di psicofarmaci. Sfruttando l’effetto stordente, la moglie - difesa dall’avvocato Carlo Arnulfo - gli fa firmare una miriade di documenti. Per esempio due polizze vita, una delle quali vale tre milioni 150mila euro. Poi i bonifici, fra cui un versamento da 342mila euro. Forse un campanello d’allarme avrebbe dovuto suonare nel novembre del 2020 quando, prima del matrimonio, Cristina riesce a strappare al futuro sposo una procura per operare sui suoi conti correnti. In ogni modo, una mattina l’imprenditore si sente male. Viene ricoverato alla Quisisana e in seguito si trasferisce in casa di riposo. Dove trascorre gli ultimi anni che gli restano. Il tempo necessario ad arrivare al 19 settembre scorso, quando gli viene comunicata la separazione con addebito per Cristina. Quel giorno gli spunta sul volto un sorriso, di chi non l’ha data vinta all’ex moglie. Tre giorni dopo Angelo muore.