Sottopassi di Porta Pia nel degrado, a due mesi dallo stupro di una 42enne tornano rifiuti e clochard
A due mesi dall’aggressione, i sottopassi di Roma tornano a essere luoghi di degrado e marginalità

A due mesi dallo shock collettivo che ha scosso Roma con la violenta aggressione ai danni di una 42enne nel tunnel vicino a Porta Pia, la situazione nei sottopassi che si diramano da piazza della Croce Rossa a corso d’Italia appare immutata. Nonostante gli interventi di pulizia, questi cunicoli sotterranei sono tornati a essere un limbo di degrado e alienazione. I segni della violenza sono ancora evidenti, e le gallerie, che dovrebbero essere un semplice passaggio per i pedoni, sono diventate un rifugio per chi vive ai margini, lontano dallo sguardo della città.

Nel tratto che era stato ripulito una settimana dopo l'aggressione, le pareti imbiancate sono già ricoperte di scritte vandaliche e a terra si notano i segni dei bivacchi: rifiuti, bottiglie di plastica, cartoni. Lungo il perimetro, tra cumuli di foglie secche ed erbe infestanti che invadono i gradini di travertino, spuntano qua e là flaconi di ansiolitici, simbolo della disperazione che regna in questi spazi. Nei punti più nascosti, teli sono appesi come tende per delimitare piccoli angoli di privacy, e dietro questi separé si dispiegano giacigli di fortuna, costruiti con materiali di recupero: reti, bancali, materassi, in un tentativo di ritagliarsi un frammento di vita nel cuore di una metropoli che sembra non volerli vedere.
La geografia della sopravvivenza
L’organizzazione degli spazi sotterranei di Roma, che fungono da rifugio per senzatetto e persone in difficoltà, rispecchia le logiche di sopravvivenza che i più invisibili della città adottano quotidianamente. Come lungo il Tevere, sotto i colonnati di San Pietro, nelle arcate delle Mura Aureliane o davanti alle saracinesche abbassate dei negozi, anche qui il sottosuolo è un rifugio per chi non ha altro posto dove andare. Eppure, l’incuria di questi luoghi non è solo il risultato della trascuratezza. Essa è anche il prodotto di uno sguardo che, sopraffatto dalla complessità della metropoli, perde di vista i dettagli più piccoli ma significativi.
La riqualificazione dei sottopassi, proposte e promesse
A seguito dello stupro a Porta Pia, il dibattito sulla riqualificazione dei sottopassaggi è esploso in Campidoglio. I rappresentanti del Partito Democratico hanno presentato una proposta per restituire questi spazi alla città attraverso l’insediamento di attività commerciali, iniziative high-tech, cooperative del verde e progetti associativi. Sono stati presentati anche progetti specifici per i sottopassi di largo Chigi e piazza Fiume, dove sono già presenti librerie e spazi destinati a nuove attività, con l’intento di ridurre drasticamente i canoni d’affitto, abbattendoli dell'80 per cento.
Tuttavia, la mappatura dei sottopassi più degradati, che avrebbe dovuto identificare quelli in condizioni critiche, è ancora in fase di elaborazione. Le richieste di intervento rapido, come quelle della segretaria romana di Forza Italia, Luisa Regimenti, che chiede l’installazione di telecamere, bonifiche e misure di sicurezza, rimangono per ora inevase. Il tempo, infatti, sembra scorrere senza che si vedano cambiamenti significativi, e, nonostante le promesse politiche, il mondo di sotto è tornato rapidamente a essere quello di prima.
Un futuro di incertezze
Due mesi dopo l’aggressione, la realtà dei sottopassi non sembra essere cambiata. Le gallerie sotterranee sono di nuovo un rifugio di sbandati, una sorta di baraccopoli dove la fragilità viene anestetizzata dalle benzodiazepine e dove la sopravvivenza è una lotta quotidiana tra criminalità, povertà e violenza. Nonostante il tentativo di recupero, la vernice fresca e le promesse di riqualificazione non sono riuscite a fermare il degrado e l'abbandono di questi spazi.
Il mondo di sotto, per quanto nascosto agli occhi dei più, continua a rappresentare una ferita aperta nella città. A Roma, come in molte grandi città, le soluzioni proposte appaiono insufficienti, e il futuro di questi luoghi resta incerto. La sfida, ormai evidente, è quella di creare una città che non dimentichi chi abita nei suoi angoli più bui, restituendo a queste gallerie sotterranee un senso di umanità che troppo spesso viene negato.
L'intervento al sottopasso di via Gerardo Chiaromonte
Un segnale di speranza arriva però dal municipio IV, che attraverso il presidente Massimiliano Umberti ha annunciato gli interventi di riqualificazione del sottopasso di via Gerardo Chiaromonte, situato vicino alla stazione Tiburtina. «Ringrazio l'assessorato all'Ambiente, l'Ama e la polizia locale. Non molliamo di un centimetro sulla lotta al degrado», ha dichiarato Umberti.
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