Smart working, il Campidoglio trova l'accordo con i sindacati. Ecco i dettagli
L'accordo è arrivato ieri, martedì 8 ottobre, tra l'assessore capitolino alle Politiche del personale Andrea Catarci, la delegazione di parte pubblica e i rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa Regioni Autonomie Locali e della Rsu del Campidoglio
Due giorni di smart working a settimana «salvo esigenze di servizio espressamente motivate» per 9mila dipendenti comunali. A questo accordo sono giunti ieri, martedì 8 ottobre, l'assessore capitolino alle Politiche del personale Andrea Catarci, la delegazione di parte pubblica e i rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa Regioni Autonomie Locali e della Rsu del Campidoglio, al termine della riunione nel dipartimento Organizzazione e risorse umane per decidere le modalità del lavoro a distanza dei dipendenti comunali in vista dell'arrivo di quasi 30 milioni di pellegrini per il Giubileo.
I criteri per lo smart working
La decisione è stata presa sulla base di otto criteri che vanno dalla «tipologia di attività» alle «competenze professionale degli operatori», passando per la valutazione dei «luoghi di lavoro». Esistono infatti delle eccezioni: non tutti i lavoratori potranno ricoprire i propri ruoli a distanza. Sono esclusi dallo smart working per esempio gli operatori che si occupano di front office, dell'apertura di sportelli, musei e biblioteche al pubblico, oppure i titolari di attività che richiedono la presenza fisica, come i funzionari di polizia locale o dei servizi sociali, gli insegnanti e gli educatori.
Corbucci: «Lo smart working è il futuro del lavoro pubblico»
Ai due giorni settimanali standard, si aggiungono poi altre due modalità di lavoro a distanza. Una «avanzata», per cui quando lo smart working è finalizzato a «recupero arretrati, velocizzazione di pratiche e processi o progetti di ente», può essere «esteso anche fino a 5 giorni a settimana». E un'altra «straordinaria», attivabile «in casi di particolari e temporanee esigenze organizzative, in occasione di eventi calamitosi e per eventi a carattere straordinario e momentaneo». Ha infatti specificato Riccardo Corbucci, presidente della Commissione capitolina, statuto e innovazione tecnologica: «Siamo convinti che lo smart working rappresenti non solo il futuro del lavoro nella pubblica amministrazione e nel mondo privato, ma anche un tassello fondamentale per raggiungere l'idea di smart city che abbiamo in mente».
La mozione approvata in assemblea capitolina
Nel frattempo martedì, mentre veniva firmato il verbale d'intesa nella sala Calcagni del dipartimento, l'assemblea capitolina approvava la mozione a prima firma di Mariano Angelucci, presidente della commissione Turismo, per chiedere al sindaco Roberto Gualtieri e alla sua giunta non solo di valutare l'estensione del lavoro da casa per i lavoratori del Campidoglio, ma anche di aprire un' interlocuzione con il governo, la Regione Lazio e le maggiori aziende private presenti sul territorio.
L'incontro in Campidoglio con Gualtieri
Tanto che stamattina, mercoledì 9 ottobre, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha incontrato in Campidoglio Cgil, Cisl, Uil, Acer, Unindustria, Coldiretti, Confcommercio, Confcooperative, Cna, Confartigianato, Ance, Agci, Legacoop Regione Lazio e Città metropolitana, per arrivare a stilare entro le prossime 48 ore un accordo quadro. L'obiettivo è ottenere un giorno in più di smart working a settimana per l'autunno fino al 24 dicembre, e nel corso dell'Anno Santo nei momenti di maggiori difficoltà per la città. Il prossimo step sarà infine coinvolgere la pubblica amministrazione nazionale con i suoi ministeri e prima ancora le partecipate del comune.
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