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Redazione La Capitale

Sciopero lunedì 23 settembre, i lavoratori della sanità privata protestano per il rinnovo contrattuale

Coinvolti 25 mila lavoratori della sanità privata e 10 mila delle Rsa solo nel Lazio

Annunciato lo sciopero per lunedì 23 settembre
Annunciato lo sciopero per lunedì 23 settembre

Possibili disagi sono previsti per chi dovrà usufruire dei servizi sanitari nelle cliniche private e nelle Rsa. Perché lunedì 23 settembre è stato indetto uno sciopero dei lavoratori che protestano per il rinnovo contrattuale. Sono previsti cortei e presidi in tutta Italia a partire dalle 10, a Roma l'appuntamento sarà sotto il ministero della Salute. 


«Il 23 settembre le lavoratrici e i lavoratori del Lazio incroceranno le braccia per lo sciopero nazionale sui contratti. E siamo pronti a far crescere ancora una mobilitazione che portiamo avanti da mesi. Proseguiremo finché non avremo costretto Aris e Aiop ad aprire i tavoli sui rinnovi. I 25 mila lavoratori della sanità privata accreditata e i 10 mila delle Rsa della nostra regione sono stanchi di aspettare: pretendiamo salario, tutele e riconoscimento professionale per per chi ogni giorno, insieme ai colleghi del pubblico, assicura salute alle persone e alle comunità».


I vertici di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl annunciano lo sciopero

Giancarlo Cenciarelli, Giancarlo Cosentino e Sandro Bernardini - vertici regionali di Fp Cgil Roma Lazio, Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio - annunciano battaglia «per superare l'intollerabile attesa cui le associazioni datoriali stanno costringendo il personale delle strutture sanitarie private e delle residenze sanitarie assistenziali».


«Le promesse fatte - spiegano - non sono state mantenute, le trattative per il contratto unico delle Rsa e per il rinnovo di quello della sanità privata non sono partite. Nel primo caso, grazie alla battaglia dei lavoratori tra ottobre e gennaio, le segreterie nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno sottoscritto due accordi ponte per il settore delle Rsa con l'obiettivo di arrivare entro giugno al contratto unico di settore, mettendo fine a 12 anni di blocco della contrattazione e al dumping contrattuale che mortifica chi lavora. Ma a mesi di distanza la trattativa non si è aperta e viene vincolata alla garanzia di copertura delle risorse da parte del Ministero e delle Regioni.


«È una vergogna»

Nel secondo caso, i dipendenti con contratto sanità privata Aris Aiop hanno riconosciuto un rinnovo contrattuale solo nel 2020, dopo 14 anni di blocco della contrattazione, e solo allora è stato possibile riallineare le retribuzioni a quelle della sanità pubblica allora in vigore. Ad oggi in sanità pubblica c'è stato un altro rinnovo del contratto (2019-2021) e si sono aperte le trattative per quello successivo (2022-2024). In sanità privata, invece, anche in questo caso le associazioni vincolano il rinnovo alla copertura delle risorse. Una vergogna», sottolineano i sindacalisti. «Con i lavoratori del Lazio, il 23 settembre saremo in presidio sotto la sede del Ministero della Salute dalle ore 10 alle 13», concludono. 







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