Scegli il nome che ti rispecchia, il Comune attiva l'identità alias
Aggiornamento: 5 ago
Il provvedimento permetterà alle lavoratrici e ai lavoratori del comune di Roma che non si identificano con il proprio sesso biologico di attivare un'identità diversa per tutta la durata del contratto con il Campidoglio.
Catarci:«Ambiente lavorativo rispettoso dell'identità di genere»
Grassadonia:«Ancora tante le persone che abbandonano il lavoro perché non possono utilizzare l'identità che scelgono»
In ufficio potranno essere chiamati con il nome che scelgono. Il nome che rispecchia lo loro identità di genere. Lo stesso che sarà scritto sul badge di riconoscimento o sulla targa della porta. Dopo Bologna e Milano, Roma promuove l’«identità alias» per i dipendenti del comune. In sostanza, il provvedimento varato dalla giunta capitolina, permetterà alle lavoratrici e ai lavoratori che non si identificano con il proprio sesso biologico di attivare un'identità diversa per tutta la durata del contratto con il Campidoglio. Sebbene non ci siano numeri esatti dei dipendenti che hanno espresso questa necessità, fonti de La Capitale confermano che «ci sono state già delle richieste».
Come funziona
L'istanza potrà essere presentata senza la necessità di una specifica motivazione e con le stesse modalità potrà poi essere disattivata. Una volta completata la procedura - che prevede la compilazione dell’istanza e il documento di riconoscimento - sarà rilasciato al dipendente o alla dipendente un badge, una nuova mail e, se necessario per il lavoro, una nuova targhetta identificativa. L'attivazione dell'identità alias, inoltre, sarà possibile attraverso un accordo di riservatezza nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali.
L'assessore Catarci:«Lavorare senza discriminazioni»
«L’Amministrazione compie un ulteriore e concreto passo avanti sulla strada della tutela dei diritti e del benessere di tutto il personale dipendente, impegnandosi a promuovere un ambiente lavorativo rispettoso dei percorsi di affermazione di genere e dell'autodeterminazione di ciascun dipendente e consentendo a tutte e tutti di lavorare con dignità e rispetto, senza discriminazioni», ha commentato l’assessore al personale Andrea Catarci ringraziando il lavoro del dipartimento Organizzazione e risorse umane e Marilena Grassadonia, coordinatrice dell’Ufficio Diritti LGBT+ del Comune.
«Basta la volontà del dipendente»
Uno degli aspetti importanti del provvedimento è il fatto che «la richiesta non è legata a nessuna certificazione specifica e a nessuna attestazione di percorsi personali che si stanno facendo o meno, è sufficiente la volontà del dipendente o della dipendente», ha sottolineato Grassadonia che avverte:«Quello che si stipula è un accordo privato di riservatezza che non ha effetti giuridici». Quindi «non ci sostituiamo alla legge ma facciamo in modo che all’interno dell’amministrazione il personale stia il meglio possibile relazionandosi con i colleghi o con l’utenza attraverso il nome scelto», ha detto a La Capitale la delegata del sindaco.
«Ancora tante le persone che abbandonano la scuola o il lavoro»
L’attivazione dell’«identità alias» è stata già sperimentata in molti comuni della rete «Ra.a.dy» - di cui Roma fa parte - nella quale regioni ed enti locali sono impegnati a prevenire e contrastare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Infatti «sono ancora tanti gli studenti che lasciano la scuola o i dipendenti che abbandonano il lavoro perché non possono utilizzare l’identità che scelgono», ha concluso Grassadonia.
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