Roma Pride 2025, la parata torna il 14 giugno con lo slogan «Fuorilegge»
- Redazione La Capitale
- 31 mar
- Tempo di lettura: 2 min
Quello che da sempre i promotori del Pride voglio sottolineare è come la comunità LGBTQIA+ continui a subire odio e violenza per il proprio orientamento sessuale o identità di genere. Nonostante le richieste di una legge di tutela

Il 14 giugno Roma si colorerà di nuovo di arcobaleno con il ritorno del Roma Pride, che quest'anno sfilerà per le strade della capitale sotto lo slogan provocatorio e incisivo: «Fuorilegge!». La manifestazione, simbolo della lotta per i diritti della comunità LGBTQIA+, si pone come risposta alle politiche repressive dell'attuale governo, accusato di marginalizzare e criminalizzare le identità non conformi.
«Le politiche repressive del governo Meloni, in questi tre anni, hanno prodotto una serie di leggi volte a criminalizzare la comunità LGBTQIA+ in tutto il globo terracqueo, per usare un'espressione cara al premier. Un accanimento ossessivo che ci prende di mira come arma di distrazione di massa e che ha comunque l'effetto di farci vivere in un sistema che ci marginalizza, ci criminalizza e ci usa come bersaglio politico», ha detto Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e portavoce del Roma Pride.
Pride, la lotta per il riconoscimento e la tutela
«Ci accusano di propaganda solo perché rivendichiamo la nostra esistenza, anche attraverso un linguaggio che rispetti le nostre identità», si legge ancora nella nota. «Ci dicono che non possiamo autodeterminare i nostri corpi, cercano di incasellarci in un binarismo patriarcale e machista che finisce con l'opprimere chiunque».
Quello che i promotori dell'iniziativa voglio sottolineare è come la comunità LGBTQIA+ continui a subire odio e violenza per il proprio orientamento sessuale o identità di genere. Nonostante le richieste di una legge di tutela, la politica sembra essere concentrata su questioni considerate più urgenti, come la battaglia contro asterischi e schwa e la produzione di normative contro l'inesistente «ideologia gender».
Autodeterminazione e diritti negati: la battaglia per le famiglie arcobaleno
La critica dei promotori del Roma Pride si rivolge infatti anche al concetto di autodeterminazione: «Chi ci governa vorrebbe impedirci di autodeterminarci nella nostra identità di genere, eppure la stessa Giorgia Meloni si autodetermina come 'il' presidente del Consiglio. Bene: noi difendiamo la libertà di autodeterminazione di tutte le persone, anche la sua, ma ci piacerebbe che lei smettesse di criminalizzare la nostra».
Un altro punto critico è il trattamento riservato alle famiglie arcobaleno. «Negano l'esistenza delle nostre famiglie, hanno introdotto un incostituzionale divieto universale di gestazione per altri, che trasforma le nostre figlie e i nostri figli in corpi di reato», denunciano gli organizzatori.
Di fronte a questo scenario, il Roma Pride ribadisce con forza la sua determinazione a non arretrare. «Il Roma Pride e la comunità LGBTQIA+ non arretrano e non intendono rinunciare a nessuna rivendicazione. Ci proclamiamo 'fuorilegge'», concludono i promotori dell'evento. L'appuntamento è fissato al 14 giugno.