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  • Rebecca Manganaro

Roma, 35 anni dalla morte di Antonio De Falchi

Il 4 giugno del 1989, prima della partita Milan-Roma, Antonio de Falchi è stato ucciso da un gruppo di milanisti. Oggi diversi striscioni sono apparsi in città per ricordare il giovane tifoso giallorosso

Striscioni per ricordare Antonio De Falchi
Striscioni per Antonio De Falchi. Credit: AS Roma ultras

Il 4 giugno del 1989, a San Siro, si gioca Milan-Roma. Antonio De Falchi è un tifoso giallorosso che ha preso il treno per Milano e sta andando a sostenere la sua squadra del cuore.


Sta per entrare al Meazza, da Piazzale Axum bisogna fare circa 200 metri a piedi, un passante prima chiede una sigaretta a De Falchi e poi che ore fossero.


L'accento romano fu la sua condanna a morte

L'accento romano è difficile da dissimulare e questa fu praticamente la sua condanna a morte.

Trenta persone si lanciano verso la compagnia del ragazzo, i poliziotti ci sono, ma in numero troppo basso per bloccare l'aggressione.


I quattro romanisti vengono raggiunti dagli aggressori milanisti, in tre rimangono in piedi, mentre Antonio cade a terra e viene preso a pugni e calci. Il pestaggio è furioso e dura pochissimo, ma è brutale.


Solo nel momento in cui i picchiatori lo lasciano stare riesce ad intervenire la polizia. Le condizioni iniziali non sembrerebbero gravi, poi, però, Antonio De Falchi inizia a diventare cianotico e crolla a terra nuovamente.


Morto di paura

La respirazione bocca a bocca e il massaggio cardiaco non sono bastati, la corsa verso l'ospedale è stata veloce, ma non tempestiva. De Falchi di fatto muore d'infarto a causa di una lieve malformazione. Insomma, è morto di paura.


L'inchiesta porterà alla condanna di un ventenne a sette anni di reclusione, ma finirà in libertà poco dopo. Tutti i restanti aggressori sono stati assolti per insufficienza di prove.


Il ricordo dei tifosi giallorossi

Antonio De Falchi rimane vivo nel cuore di tuti i tifosi romanisti, oggi il giovane è stato ricordato con uno striscione firmato da Brigata De Falchi: «04-06-1989. La rabbia cresce, il ricordo non muore. De Falchi vive”.




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