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Robin Hood in azione contro gli studentati di lusso: «No alla speculazione sul diritto allo studio»

  • Giacomo Zito
  • 11 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Nella notte colpiti gli alloggi privati in cinque città italiane. Gli attivisti denunciano l'impatto dei grandi colossi sul mercato degli affitti

robin hood
Il simbolo della campagna del collettivo «Robin Hood» contro gli affitti brevi

Nuova azione del collettivo «Robin Hood», il gruppo di attivisti che da mesi porta avanti azioni dimostrative contro la speculazione immobiliare nelle principali città italiane. Nella notte, gli attivisti hanno preso di mira diversi studentati privati a Milano, Roma, Napoli, Bologna e Reggio Emilia, accusando queste strutture di contribuire al rincaro degli affitti e alla progressiva esclusione di migliaia di studenti dalla possibilità di frequentare l’università.


La lotta contro il lusso

«La nostra è una risposta alla speculazione che soffoca il diritto alla casa e allo studio», si legge nel comunicato diffuso dal collettivo e lasciato anche nei pressi degli edifici colpiti. «Strutture come The Social Hub, Camplus e altri competitor propongono affitti con prezzi da resort, con piscine, palestre, spa e coworking. Ma dietro il lusso si nasconde una logica di esclusione che rende l’università sempre più elitaria».


Per questo, racconta il collettivo a LaPresse, «abbiamo deciso di sabotare questi colossi che comprimono il mercato della case rigonfiando il prezzo degli affitti. Nelle città universitarie spuntano come funghi i social hub che con le loro piscine e spazi di co-working propongono affitti esorbitanti trainando verso l'alto i prezzi del mercato. Tante famiglie non possono più permettersi di pagare le spese per lo studio ai propri figli - denuncia Robin Hood -. Tante di queste nuove strutture sono state costruite con i soldi del Pnrr - proseguono - di certo non saranno previste stanze a prezzo calmierato e allora Robin Hood non poteva non fare visita a questi colossi finanziati con i soldi nostri».


Le azioni del collettivo

Non è la prima volta che il collettivo prende di mira i simboli della speculazione urbana: nei mesi scorsi avevano già agito contro i locker dei bed and breakfast, denunciando una «turistificazione sfrenata» in quello che definiscono l'anno del «Giubileo dei ricchi».


Colpite lo scorso 13 marzo anche le panchine anti-clochard a Termini, appena installate dopo il rifacimento di piazza dei Cinquecento, in un atto di protesta contro le politiche di esclusione sociale a Roma.


Il messaggio è chiaro: «Al Decreto Sicurezza che criminalizza chi occupa per necessità e agli speculatori risponderemo con disobbedienza. Se la speculazione continuerà, noi la saboteremo ancora».

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