Regina Coeli, nuovi disordini: «Arabi da una parte e sudamericani dall'altra». Ferito comandante di reparto
Aggiornamento: 15 nov 2024
Durante lo scontro alcuni detenuti avrebbero tentato di impedire l'intervento degli agenti, lanciandogli contro oggetti e liquidi

Nuovi disordini si sono registrati all'interno del carcere di Regina Coeli. Nella mattinata di giovedì 14 novembre è scoppiata una rissa tra la popolazione detenuta nella prima, nella seconda e nella terza sezione, dove sono allocati circa 500 dei 1.120 detenuti totali. «Arabi da una parte e sudamericani dall'altra», racconta Donato Capece, segretario generale del sindacato della polizia penitenziaria, che ha reso nota la notizia.
Garante dei detenuti: «Governo e Camere si assumano responsabilità situazione carceri»
Il problema del sovraffollamento persiste a Regina Coeli, che al momento registra il doppio dei detenuti sulla capienza disponibile «con la metà del personale di polizia sull'organico», sottolinea il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa.
«Gli istituti penitenziari sono ormai ingovernabili. Nel frattempo che governo e parlamento si decidano ad assumersi le proprie responsabilità, sarà bene sospendere gli ingressi negli istituti più congestionati, come Regina Coeli».
Regina Coeli, l'appello del sindacato
Durante lo scontro alcuni detenuti avrebbero tentato di impedire l'intervento degli agenti, lanciandogli contro oggetti e liquidi. Il comandante del reparto sarebbe per questo finito al pronto soccorso.
I fatti di oggi rappresentano un'ennesima occasione per lanciare un appello. Più volte, infatti, è stata segnalato dai sindacati lo stato di abbandono in cui opera il personale di polizia penitenziaria per questo il Sappe ha colto l'occasione per lanciare un allarme sulla situazione che anima le carceri tra «suicidi, aggressioni, risse e evasioni. Il sistema penitenziario si sta sgretolando», ha commentato il segretario generale.
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