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Redazione La Capitale

Rebibbia, detenuto si impicca in cella: è il 59esimo da inizio anno

Aggiornamento: 28 lug

Di pochi giorni fa la denuncia dell'associazione Antigone sulla questione del sovraffollamento nelle carceri italiane, che ha raggiunto un tasso del 130,4 per cento

carceri

«A nulla sono valsi i soccorsi. Trent'anni circa, italiano, è stato trovato impiccato stamattina nella sua cella del reparto G12 della casa circondariale di Roma Rebibbia». A rendere nota la notizia è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria aggiungendo che si tratta del 59esimo suicidio di un detenuto dall'inizio del 2024. Di pochi giorni fa la denuncia dell'associazione Antigone sulla questione del sovraffollamento nelle carceri italiane, che ha raggiunto un tasso del 130,4 per cento.


Impiccato a Rebibbia, nelle carceri una "carneficina"

«Una carneficina», così la definisce De Fazio, «con evidenti responsabilità politiche e amministrative», in riferimento al sempre più urgente problema del sovraffollamento. A parlarne sono i numeri che emergono dal dossier presentato il 23 luglio da Antigone, associazione che dal 1991 si occupa delle condizioni del sistema Penitenziario e penale italiano. In 56 istituti penitenziari, oltre un quarto di quelli presenti in Italia, il tasso di affollamento è superiore al 150 per cento con picchi di oltre il 200 per cento in alcuni istituti.


«14.500 detenuti in più rispetto ai posti disponibili, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, carenze nell'assistenza sanitaria e psichiatrica, illegalità diffusa e disorganizzazione imperante non si possono affrontare con le chiacchiere del Governo, cui assistiamo anche in queste ore», continua il segretario della Uilpa.


L'attacco al ministro Nordio al governo e al dipartimento

Poi si rivolge al governo: «Il commissario straordinario all'edilizia penitenziaria è già fallito negli anni passati e di certo, anche questa volta, per stessa ammissione del Guardasigilli, Carlo Nordio, non potrà produrre effetti, se non a lungo termine. Se il governo Meloni proprio voleva aggiungere un commissario straordinario ai 59 già nominati, poteva prevederne uno all'emergenza carceraria, che si occupasse anche di assunzioni e di scuole di formazione, anziché tagliare irresponsabilmente la durata dei corsi per gli agenti a 60 giorni effettivi».


In mancanza di interventi «immediati ed efficaci», secondo il segretario della Uilpa penitenziari, «nelle prossime settimane potrebbe accadere di tutto. Governo, ministero della Giustizia e Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ne avrebbero la piena responsabilità».

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