Rebibbia: Ama forma i detenuti sul compostaggio dei rifiuti
L'iniziativa fa parte di «Fratelli Tutti», il progetto che il Campidoglio ha donato a papa Francesco in occasione della sua visita a Palazzo Senatorio, in vista del Giubileo
Un percorso di formazione professionale all'interno del carcere per i detenuti di Rebibbia, che diventeranno operatori meccatronici per utilizzare e riparare le macchine compostiere di Ama. L'iniziativa fa parte di «Fratelli Tutti», il progetto che il Campidoglio ha donato a papa Francesco in occasione della sua visita a Palazzo Senatorio, in vista del Giubileo. Il protocollo d'intesa è stato firmato dal sindaco della Città Metropolitana di Roma Roberto Gualtieri, dalla garante dei detenuti Valentina Calderone, dal presidente di Ama Bruno Manzi e dal consigliere delegato alla Formazione della Città Metropolitana, Daniele Parrucci, ed è stato presentato lunedì mattina, 1 luglio, in Campidoglio.
Cosa faranno i detenuti e in cosa consiste il corso di formazione
Sostanzialmente i detenuti creeranno compost, ottenendolo dal trattamento dei rifiuti organici prodotti a Rebibbia. Le persone private della libertà firmeranno dei contratti di apprendistato pagati e inizieranno a lavorare dentro la casa circondariale ma con la possibilità anche, a seconda dei casi, di lavorare nelle sedi Ama esterne. Così il vantaggio darà doppio: da una parte la formazione dei detenuti in un lavoro richiesto dal mercato per gli anni a venire, che dà loro una prospettiva professionale, dall'altra parte lo smaltimento green di una porzione delle oltre 8 tonnellate di rifiuti prodotti ogni giorno nel carcere.
Il corso sarà teorico il primo anno e dal secondo si passerà a una formula duale, con un'alternanza carcere-azienda. Intanto all'interno del carcere, dove si stanno ricavando gli spazi per le lezioni a seconda del numero di studenti-detenuti ammessi, arriveranno delle compostiere di Ama. «Per il diploma - ha specificato Parrucci - ci vorranno 4 anni complessivi». E ha aggiunto Calderone: «Negli istituti la situazione è al collasso e a Regina Coeli per esempio c'è un sovraffollamento del 180 per cento, e allora l'idea di riportare queste attività dentro al carcere è importante anche per prevenire i suicidi».
Manzi: «Possibile immaginare percorsi di assunzioni»
L'idea è quella di costruire «una sorta di filiera. Sappiamo bene che l'ambiente carcerario è estremamente complicato e rende difficile fare progetti con una visione complessiva. Portare formazione professionale dentro gli istituti ha un senso se ha uno sbocco. Questi posti di lavoro saranno necessari all'azienda e quindi sono molto utili per i detenuti in un percorso di rieducazione», ha fatto presente la garante. Tanto che, come confermato da Manzi, «la formazione di figure professionali adeguate per questa impiantistica destinata al compost è un tema di grandissimo interesse per Ama perché poi passeremo dalla fase sperimentale ai progetti su grande scala. È possibile immaginare percorsi ordinari di assunzioni dopo la fase di formazione e quella lavorativa in carcere».
«Il protocollo d'intesa - ha spiegato Gualtieri - mette insieme ministero della Giustizia con il Dap (Dipartimento di amministrazione penitenziaria, ndr), Città Metropolitana di Roma e garante dei detenuti. I detenuti si formeranno con Ama per diventare tecnici per il compostaggio. Ruoli altamente specializzati di cui ha bisogno la città ma anche la stessa casa circondariale di Rebibbia, che produce circa 3mila tonnellate di rifiuti l'anno. Un progetto importante che mette in campo una vera formazione professionale per per le persone private della libertà».
Comments