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Protesta degli studenti davanti al ministero dell'Istruzione: «Fermiamo la strage dell’alternanza scuola-lavoro»

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 28 feb
  • Tempo di lettura: 1 min

Dopo l'incidente di Rieti, in cui un minorenne è rimasto ferito durante l'alternanza scuola-lavoro, la Rete degli Studenti Medi del Lazio manifesta contro il sistema

Manifestazione contro l'alternanza scuola-lavoro davanti alla sede del ministero dell’Istruzione (retestudenti_lazio)
Manifestazione contro l'alternanza scuola-lavoro davanti alla sede del ministero dell’Istruzione (retestudenti_lazio)

Oggi pomeriggio, davanti alla sede del ministero dell’Istruzione, in viale Trastevere, la Rete degli Studenti Medi del Lazio ha organizzato una protesta contro l’alternanza scuola-lavoro. La manifestazione è scaturita dall’incidente avvenuto ieri a Rieti, in cui uno studente minorenne è rimasto ferito durante un’attività formativa. Nello specifico, lo studente dell'istituto tecnico Rosatelli, mentre operava su un tornio in un'azienda locale, ha subito una frattura multipla al braccio.


Alcune decine di attivisti si sono radunati sulla scalinata del dicastero, scandendo slogan e cori contro il sistema dell’alternanza. Gli studenti hanno esposto uno striscione con la scritta «Non è scuola, non è lavoro, fermiamo la strage», denunciando i rischi per la sicurezza degli studenti coinvolti nei percorsi di formazione in azienda.


Imbrattata con vernice rossa una foto del ministro dell’Istruzione (retestudenti_lazio)
Imbrattata con vernice rossa una foto del ministro dell’Istruzione (retestudenti_lazio)

Durante la protesta, è stata imbrattata con vernice rossa una foto del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, un gesto simbolico per sottolineare la loro opposizione alle attuali modalità di alternanza scuola-lavoro, che in passato hanno già visto episodi tragici.


La Rete degli Studenti Medi ha ribadito la necessità di riformare il sistema, garantendo maggiore tutela e sicurezza per gli studenti coinvolti. «Non possiamo accettare che la scuola diventi un luogo di pericolo. Chiediamo un cambiamento immediato per evitare nuove tragedie», hanno dichiarato.

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