Servizi anagrafici, socio-sanitari, accoglienza e lavoro: presentati in Campidoglio i protocolli in favore dei detenuti di Roma
- Camilla Palladino
- 28 mar
- Tempo di lettura: 2 min
In generale l'obiettivo è definire ambiti di azione nei percorsi di reinserimento sociale

Servizi anagrafici, socio-sanitari, accoglienza per misure alternative e lavoro. Sono gli ambiti dei quattro protocolli con cui il Campidoglio intende migliorare la condizione delle persone detenute. Il primo si basa su una rete di semplificazione, il secondo sulla facilitazione dei contatti con l'avvocato, con i servizi sociali e per affrontare le dipendenze da sostanze stupefacenti. Il terzo punto prevede un servizio di ascolto per i detenuti che non hanno familiari (nel 2024 si sono svolti 388 colloqui con nuovi utenti, 1129 con utenti già conosciuti, 1112 interventi) e la realizzazione di un sistema di biblioteche interno. Infine il quarto ha l'obiettivo di prevenire la recidività dei reati attraverso la formazione professionale.
La presentazione dei servizi in favore dei detenuti di Roma
E poi c'è «il progetto "Fratelli Tutti" presentato con Papa Francesco per la formazione di figure capaci di gestire le nuove macchine di compostaggio, il progetto di enpowerment per le donne, finanziato con le risorse del Pnrr che punta a finanziare concorsi di orientamento, di formazione, di accompagnamento», ha ricordato il sindaco Roberto Gualtieri nel corso della presentazione in Campidoglio dei servizi in favore della popolazione detenuta degli Istituti penitenziari di Roma, nel primo pomeriggio di venerdì 28 marzo, a cui hanno partecipato anche gli assessori capitolini alle Politiche sociali e alla salute Barbara Funari, alla Cultura Massimiliano Smeriglio e al Lavoro Claudia Pratelli, il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria Giacinto Siciliano e la garante dei detenuti di Roma Valentina Calderone.
Il tavolo e il protocollo d'intesa
Il programma è stato redatto da un tavolo «istituito alla fine del 2023», ha sottolineato il primo cittadino dopo la sottoscrizione del protocollo di intesa fra Roma Capitale, ministero della Giustizia, provveditorato regionale del Lazio, Abruzzo e Molise, e dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. «Noi diamo un contributo importante con la presenza di ben 16 biblioteche interne al
sistema e i diversi dipartimenti delle Case circondariali», ha spiegato Smeriglio, specificando che le persone in carcere potranno fruire degli «oltre 50 mila titoli presenti, e la possibilità di scambio. Un'attività preziosa per i detenuti che entrano nelle biblioteche: si informano, prendono libri, e su questo possiamo anche immaginare un progetto ulteriore di formazione che ha attinenza con il sistema delle biblioteche».
Coordinazione e schematizzazione
In generale l'obiettivo è definire ambiti di azione nei percorsi di reinserimento sociale. «Sono 3.383 le persone detenute oggi nelle cinque carceri di Roma - ha detto Siciliano - che hanno bisogno di risposte che proviamo a dare, ma questo non può prescindere dai servizi sul territorio. Troppo spesso i percorsi si interrompono perché non c'è chiarezza sulle competenze. Questi protocolli, invece, ci coordinano portando tutti gli aggiustamenti che ci serviranno per avere procedure più snelle ed efficaci». Soddisfatta la garante Calderone: «Per la prima volta si cerca di schematizzare una serie di servizi a cui le persone detenute, stando in carcere, non possono accedere».