Porto-Roma, Ranieri a Rosetti: «Ma come fa a mandare un arbitro così?»
- Redazione La Capitale
- 14 feb
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Un attacco frontale quello del tecnico della Roma, che ha parlato ai microfoni di Sky esprimendo il suo disappunto per la direzione arbitrale

Signore anche quando si arrabbia, Claudio Ranieri si sfoga duramente contro il designatore UEFA Roberto Rosetti e l'arbitro tedesco Stieler dopo la partita tra Roma e Porto.
«Sorpresi sul gol? Sì, soprattutto perché avevamo chiesto il cambio. Il guardalinee lo sapeva... Io credo che sia stata una partita bellissima, siamo venuti qui per vincere. Abbiamo fatto veramente bene, sono contento della prestazione dei ragazzi. La cosa che non mi sta bene e parlo con Rosetti. Tutti sanno che lei è una persona integerrima, onestissima, ma come fa a mandare ad Oporto un arbitro che in 21 partite, oggi 22, la squadra in trasferta ha fatto solo nove pareggi. Queste cose le sa? È un campo caldo, dove il pubblico soffia e lei fa questa designazione? Io non lo so perché».
Un attacco frontale quello del tecnico della Roma, che ha parlato ai microfoni di Sky esprimendo il suo disappunto per la direzione arbitrale.
«Cartellini a caso? Sì, a tutti. A chi li prometteva e a chi li dava. Per me stava aspettando qualcosa nell'area di rigore per far vincere la partita al Porto, chiaro. I ragazzi erano nervosi per questo, non si può fare una cosa del genere. Ho percepito una predisposizione? Avevo chiesto ai miei di non protestare mai perché lui arbitra così. L'arbitro fa il suo lavoro e lui è convinto di averlo fatto bene. Otto ammoniti per noi e una espulsione. Qualcuna c'è stata, ma poi c'è stato anche altro. Non si può irretire gli avversari in questa maniera».
Dopo il fischio finale, il nervosismo nello spogliatoio della Roma era evidente. Ranieri ha preso una decisione netta: «Ho mandato via i giocatori. Non volevo che lo andassero a salutare. Non lo meritava dopo una partita così su un campo internazionale».
Infine, ha concluso commentando l’atteggiamento del capitano giallorosso Mancini: «All'uscita di Pellegrini Mancini era il capitano e poteva parlare. Cosa fatta, capo ha».