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Pesce Rosso, il regista romano Frontoni sbarca a Londra: «Con il cinema voglio porre delle domande»

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 16 ott 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Le tematiche affrontate nei corti del regista affondano le radici in esperienze reali: «Quelle che racconto sono storie che ho vissuto»

pesce rosso daniele frontoni

Un inno alla vita e a come si reagisce agli imprevisti che accadono. «Pesce Rosso», il nuovo corto del regista romano Daniele Frontoni sulle seconde possibilità e sul tema di sport e disabilità, sbarca a Londra e sarà presentato al West London Film Festival il 25, il 26 e il 27 ottobre. Un cortometraggio drammatico, dalla durata di 18 minuti che parla di rinascita e resilienza.


Tra la regia e la pizza, la storia del regista romano: «Ho una doppia anima»

La storia di Daniele Frontoni e della sua nota famiglia di pizzaioli e fornai inizia nel 1921. Il regista nasce a Roma nel 1981 e dai suoi primi anni di vita alla passione per la pizza se ne aggiunge un'altra, di due voci fuori dal coro, quelle del nonno e dello zio. «Sono nato nella pizza e nel cinema, sono della quarta generazione di Frontoni e dal 2016 ho la mia pizzeria. Ma mio nonno da parte materna, Enzo Cerusico, ha fatto storia del cinema. Mentre mio zio, Angelo Frontoni, è stato il fotografo delle dive e aveva il suo studio proprio accanto alla pizzeria, quindi entravo da una parte e uscivo dall’altra. Ho una doppia anima, per questo faccio queste due cose per passione, ce le ho nel dna».


Pesce Rosso: «Da dove parto? Dalla forza di mia madre»

pesce rosso

Le tematiche affrontate sono da sempre care al regista. «Quelle che racconto sono sempre storie che ho vissuto o cui mi sono affiancato. Mia madre è affetta da sclerosi multipla infatti per le mie storie parto sempre da dentro casa, dalla forza di mia madre. Arrivando a Pesce Rosso, quando giravo il corto sul calcio non vedenti, avevano campetto davanti alla Federazione Italiana Nuoto Paraolimpico e mi sono incuriosito durante alla riprese».


Infatti Pesce Rosso racconta la vicenda di Carlotta, una ragazza che grazie allo sport troverà la sua seconda strada dopo un incidente che l’ha costretta sulla sedia a rotelle. Lo farà con il supporto di Giovanni, il suo allenatore, uno che la sua personale seconda possibilità ha dovuto cercarla a lungo, tormentato per la perdita del fratello e per non soccombervi.


Per il personaggio di Carlotta il regista romano si è ispirato alla storia di Giulia Ghiretti, nuotatrice ed ex ginnasta: «Mentre mi interfacciavo con Giulia ho capito però una cosa che sto cercando di evitare. Bisogna cercare di allontanarsi dalle storie cui ci ispiriamo. Non sono documentari, è cinema - spiega il regista -. E le persone interessate si aspettano di vedere raccontata la propria vita. Giulia mi spiegava quello che aveva vissuto ma io volevo raccontare un’altra storia. Devi avere accortezza di staccartene dalle storie vere, per non urtare sensibilità e rispettare le persone a cui ti ispiri».


«Io come regista non voglio cambiare la percezione dei problemi della vita ma vorrei porre delle domande, ma noi troppo spesso non ce le facciamo. Io le faccio a me stesso, e poi faccio un lavoro per fare in modo che gli altri se le pongano. Non siamo predisposti ad ascoltare e siamo continuamente distratti, io con i miei lavori voglio per prima così attirare l'attenzione poi da lì ci si pone le domande e hai vinto», ha poi concluso.

 

 



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