Per il ministro Tajani serve una riforma per dare più poteri a Roma
- Edoardo Iacolucci
- 11 feb
- Tempo di lettura: 2 min
Antonio Tajani ribadisce il no all’aumento delle tasse per Roma e propone più lavoro come risposta al disagio sociale

In merito alla richiesta avanzata da Confcommercio Roma, nel contesto della proposta di legge sulla riforma dei poteri di Roma Capitale, Antonio Tajani ha dichiarato come sia d'accordo: «Nessuna nuova tassa, dobbiamo creare occupazione e offrire soluzioni. Se diamo un impiego ai giovani che causano disordini a piazza di Spagna, non finiranno per drogarsi».
Così ha affermato il segretario di Forza Italia e ministro degli Affari esteri, intervenendo durante l'incontro promosso dal partito presso l'Aula dei gruppi della Camera, dedicato alla riforma di Roma Capitale: «Quando parlo di cittadinanza per i ragazzi stranieri, intendo dire che anche questa è una risposta concreta ai problemi sociali che affrontiamo», ha aggiunto.
Per il Tajani serve una riforma per dare più poteri a Roma
Nel suo intervento, Tajani ha sottolineato come «questo incontro serve a fornire risposte tangibili alla più grande città d’Italia. Ogni giorno ci confrontiamo con le sfide delle metropoli, dove spesso i cittadini si sentono poco tutelati dalle istituzioni».
Ha poi aggiunto: «L'obiettivo di questo confronto è mettere in luce le criticità di Roma: non siamo statalisti, siamo consapevoli che prima nasce la persona e poi i Comuni e le Regioni. Il nostro approccio cristiano-liberale pone al centro la persona. L'organizzazione della città deve rispecchiare questo principio».
Decentramento e nuova figura amministrativa per la Capitale
Secondo Tajani, la riforma dei poteri di Roma deve prevedere un nuovo assetto istituzionale: «Nel 2025, il sistema amministrativo della Capitale è ormai superato: già oggi Roma ha pochi poteri, per non parlare dei Municipi. La questione chiave è rafforzare il decentramento amministrativo, garantendo più competenze a chi opera a contatto diretto con i cittadini. Questa riforma costituzionale va proprio in questa direzione».
«È necessario un salto di qualità - conclude -. Non intendiamo trasformare Roma in una Regione, ma riconoscerle una figura amministrativa e giuridica adeguata al suo ruolo di Capitale d’Italia. Più cresce il degrado, più aumenta la criminalità, il consumo di droga e il disagio sociale».