- Camilla Palladino
Parità di genere, Lucarelli: "Poche donne nei ruoli tecnici" [VIDEO]
Il 95 per cento delle dipendenti donne di Roma Capitale lavora nell'ambito dei servizi socioeducativi
Sono oltre 15mila le dipendenti donne di Roma Capitale, ma pochissime ricoprono ruoli di ambito Stem, cioè delle discipline tecnico-scientifiche. Il 95 per cento di loro si occupa di servizi socioedicativi. È questo il punto da cui partire per raggiungere la Certificazione per la parità di genere all’interno dell’amministrazione capitolina. Ne abbiamo parlato con Monica Lucarelli, assessora alle Attività produttiva e alle Pari opportunità del Campidoglio.
Assessora Lucarelli, che cos'è la certificazione per la parità di genere?
«È un percorso di certificazione, così come viene fatta la certificazione sulla qualità, la certificazione sull'ambiente, il governo da pochi anni ha inserito la certificazione di genere per le aziende private soprattutto, ma anche la possibilità per le amministrazioni pubbliche, proprio per dichiarare il fatto che si mettono in campo tutta una serie di linee di azioni e di intervento per il raggiungimento della parità di genere. Ovviamente ci sono una serie di Kpi (indicatori chiave di prestazione, ndr), elementi di performance oggettivi che vengono analizzati e misurati, deve essere fatto un piano di strategia delle linee di azione dell'ente, in questo caso Roma Capitale, e poi su quello vengono misurati anno dopo anno il progressivo miglioramento, quindi ci si dà degli obiettivi. Ovviamente la certificazione viene rilasciata da un ente certificatore esterno che è accreditato presso il Ministero. Sono tantissime le aziende che si sono certificate già in Italia, mentre le amministrazioni pubbliche ancora no. Roma Capitale è la prima grande amministrazione ad aver intrapreso questo percorso da novembre 2022, e ad aver avviato l'attività».
Qual è il prossimo step per avviare il piano strategico?
«Abbiamo chiuso tutta la parte di questionario e dipendenti Roma Capitale. Ricordo che i dipendenti sono circa 22mila, di cui oltre 15mila sono donne e il resto uomini, e noi abbiamo avuto circa 6mila risposte, che è un numero importante, e questo mappa la fotografia dal punto di vista dei dipendenti. Le domande erano varie, alcune chiuse, altre aperte. Abbiamo avuto anche tantissimi contributi da parte dei dipendenti in termini di miglioramento, di analisi e di proposte. Tutto questo lo stiamo analizzando, dopodiché dalla settimana prossima parte l'assessment dei dipartimenti, in cui tutti i vari dipartimenti porteranno il materiale che prova quello che viene fatto in termini di parità di genere e da lì c'è una commissione, la commissione di parità dell'ente, che definirà il piano strategico di azioni per poi arrivare alla certificazione vera e propria entro fine anno».
Qual è il settore su cui bisognerà lavorare di più per arrivare a una parità di genere?
«Sicuramente quello tecnico. Noi vediamo che la gran parte delle donne, circa il 95 per cento, impiegate nei servizi socioeducativi. Quindi gli uomini sono pochissimi. Mentre c'è pochissima rappresentanza al femminile all'interno dei dipartimenti più tecnici, quindi funzionari tecnici, ingegneri, architetti. Lì sono ancora poche le donne rappresentate. Quindi sicuramente un impegno importante, ce lo siamo detti anche con i rappresentanti delle società partecipate, è di lavorare per una maggiore inclusività e anche assunzione di donne in ruoli cosiddetti di ambito Stem, quindi delle discipline tecnico-scientifiche. Ovviamente adesso stiamo semplificando donne e uomini, ma quando si parla di certificazione e parità di genere si parla dei generi e quindi fare anche un'analisi, cosa che noi stiamo facendo sul linguaggio adottato, anche della scrittura degli atti attraverso il sistema di intelligenza artificiale, che ci dica quanto siamo lontani da un'ottica di genere nella stesura degli atti amministrativi, perché anche questo è un modo di andare a rompere gli stereotipi e cambiare la cultura».
Comments