top of page
  • Redazione La Capitale

Arrestato Marcello Colafigli, "il Bufalo" della Banda della Magliana

Aggiornamento: 13 giu

L'ex boss della banda della Magliana, Marcello Colafigli conosciuto anche come il Bufalo, sarebbe riuscito a pianificare un traffico internazionale di droga, in collaborazione con gli albanesi e il cartello di Turbo, Colombia e un gruppo di Massimina che gestiva lo spaccio nella Capitale

colafigli
Credit: Video carabinieri Lazio Comando Provinciale di Roma

Alle prime ore di questa mattina i Carabinieri del nucleo investigativo hanno arrestato 28 persone nell'ambito di una maxi operazione contro un gruppo criminale. Tra questi, uno dei promotori storici della Banda della Magliana, Marcello Colafigli, anche noto come "Bufalo". Questo, nonostante fosse in regime di semilibertà, sarebbe riuscito a pianificare cessioni e acquisti di ingenti quantitativi di droga dalla Spagna e dalla Colombia: ha mantenuto rapporti con esponenti della 'ndrangheta, della camorra e della mafia foggiana e con albanesi inseriti in un cartello narcos sudamericano, nonché con un gruppo ben radicato nel quartiere romano della Massimina, deputato alla commercializzazione sul territorio della Capitale della sostanza importata.



Gli arresti

Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura, i carabinieri hanno disposto misure cautelari nei confronti di 28 persone, 11 destinate al carcere, 16 agli arresti domiciliari e uno con obbligo di firma. Queste persone sono gravemente indiziate dei reati di associazione finalizzata allo spaccio internazionale di stupefacenti, di tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale.


Tra i destinatari delle misure oltre a Marcello Colafigli, detenuto in regime di semilibertà dal 30 ottobre 2019, ci sono altri 22 cittadini italiani, 2 albanesi, 1 kosovaro, 1 macedone e 1 colombiano.


Le indagini

Le indagini, dirette dalla DDA di Roma dal giugno 2020, hanno permesso di raccogliere gravi elementi indiziari che attestano l’esistenza di un'associazione criminale, con logistica nella Capitale e operativa nell’area della Magliana e sul litorale laziale, capeggiata proprio da uno dei promotori storici della Banda della Magliana, Marcello Colafigli.


Marcello Colafigli, secondo le indagini, sarebbe riuscito a coordinare le attività, nonostante la misura a cui era sottoposto, grazie anche alla collaborazione di una cooperativa agricola, oggetto anch'essa dell'ordinanza di oggi. La cooperativa è la stessa dove Colafigli avrebbe dovuto svolgere l'attività lavorativa prevista dal regime di semilibertà. In questo modo il Bufalo ha ottenuto la possibilità di allontanarsi a suo piacimento e anche di incontrare all'interno della cooperativa i suoi affiliati.


Avvalendosi anche del proprio prestigio criminale, inoltre, Colafigli è indiziato di aver guadagnato la fiducia di un gruppo di albanesi inseriti in un importante cartello colombiano operativo nella città di Turbo, in Colombia. Il referente sud americano, originario della città di Medellin, è anch'egli destinatario della misura cautelare in carcere ma al momento risulta irreperibile.


L'uomo al vertice del gruppo degli albanesi è il punto di contatto tra Roma e il cartello colombiano. Si è prestato per andare di persona a trattare con i fornitori sudamericani ed è suggestivo il passaggio delle intercettazioni in cui descrive le difficoltà da affrontare per entrare illegalmente in Colombia e le cautele utilizzate dai trafficanti locali per eludere le attività d'indagine come l'utilizzo di apparecchi satellitari e il ricorso spregiudicato alle armi da fuoco.


La criminalità organizzata della provincia di Foggia, in collaborazione con Colafigli, avrebbe finanziato l'importazione dalla Colombia di 30 kg di cocaina al prezzo di 200.000 euro. Ma la trattativa non è andata a buon fine, perché ad uno degli affiliati incaricato di effettuare il pagamento con money transfer verso la Colombia, sono stati sottratti da un parente prossimo, suo complice, i soldi accreditati su un conto dedicato al pagamento dei colombiani.


Ne sono nati dissidi, non degenerati in azioni violente solo grazie all'intermediazione di Colafigli. Ma per rientrare dei soldi mancanti sottratti alla malavita foggiana, Colafigli è gravemente indiziato di aver organizzato una rapina ai danni di un soggetto noto nell'ambiente come "riciclatore".


I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma sono però intervenuti evitando il compimento del delitto fermando le persone che avrebbero dovuto compiere la rapina.


Il Bufalo

Colafigli è conosciuto per essere, insieme a Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Nicolino Selis, come uno dei promotori del gruppo criminale della Banda della Magliana.


Colafigli
Marcello Colafigli

Gravato da più ergastoli, è stato condannato, tra l'altro, per il sequestro e l'omicidio del Duca Massimo Grazioli Lante della Rovere (considerata l'azione con cui la Banda ha iniziato la propria attività criminale) e di essere il mandante dell'omicidio di Enrico de Pedis.


L'operazione

Tra le persone dell'organizzazione deputate allo spaccio di droga vi è anche un uomo, ferito da colpi d'arma da fuoco lo scorso 25 marzo 2024 in via Pian Due Torri alla Magliana, anch'egli oggetto del blitz di oggi


Nel corso delle fasi esecutive dell'operazione, questa mattina i Carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato circa 400.000 euro, durante una perquisizione a casa di uno degli indagati.



Comments


Commenting has been turned off.
bottom of page