Omicidio Bernardino Budroni: Paone dichiarato prescritto, risarcimento per la famiglia
Aggiornamento: 23 nov 2024
La Corte di Appello ha dichiarato la prescrizione del reato di omicidio colposo per l’agente Michele Paone, coinvolto nella morte di Bernardino Budroni nel 2011, ma ha disposto il risarcimento per la famiglia della vittima
La Corte di Appello di Roma ha deciso oggi che il reato di omicidio colposo a carico dell’agente di polizia Michele Paone, accusato della morte di Bernardino Budroni, è prescritto. L'incidente risale alla notte tra il 29 e 30 luglio del 2011, quando, al termine di un inseguimento lungo il Grande Raccordo Anulare, Paone sparò un colpo di pistola che colpì mortalmente Budroni, di 40 anni. Nel processo di appello bis, svolto questa mattina presso il Tribunale di piazzale Clodio, i giudici hanno deciso di non procedere penalmente per il reato ormai prescritto.
Il caso
La vicenda risale al 2011, quando Bernardino Budroni fu inseguito dalla polizia dopo una violenta discussione con la sua ex fidanzata in via Quintilio Varo, nel quartiere Cinecittà di Roma. La donna, spaventata per la reazione del suo ex compagno, lo denunciò per stalking e chiamò la polizia, che, dopo aver rintracciato Budroni, iniziò un inseguimento ad alta velocità lungo il GRA.
Durante l’inseguimento, l’agente Michele Paone esplose un colpo di pistola contro il veicolo di Budroni, colpendolo mortalmente. Inizialmente Paone fu assolto in primo grado nel 2014, ma la Corte d'Appello lo condannò successivamente a otto mesi di reclusione. La Cassazione, nel 2017, annullò quella sentenza e dispose un rinvio del caso, che ha portato alla decisione finale di oggi.
La decisione della Corte di Appello
Oggi, la seconda sezione penale della Corte di Appello di Roma ha dichiarato che il reato di omicidio colposo è ormai prescritto, interrompendo di fatto qualsiasi ulteriore procedimento penale a carico di Paone. Nonostante ciò, i giudici hanno stabilito che l'agente di polizia dovrà risarcire il danno subito dalla famiglia della vittima, ovvero la madre e la sorella di Bernardino Budroni, che erano parte civile nel processo.
L'avvocato Sabrina Rondinelli, che rappresenta la famiglia Budroni, ha commentato la sentenza all'Adnkronos, esprimendo una valutazione mista: «Questa sentenza non restituisce Bernardino alla sua famiglia, ma siamo comunque contenti per il risarcimento del danno, che rappresenta comunque un piccolo segnale di giustizia».
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