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Nel Lazio temperature sempre più alte e piogge più rare: "Necessaria azione concreta"

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 4 ago 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Un'azione concreta dovrebbe riguardare la manutenzione delle reti infrastrutturali come quelle stradali e della loro capacità di essere resilienti agli effetti del cambiamento climatico

siccità

Siccità ed eventi distruttivi. Uno scenario tragico quello che si prefigura nei prossimi decenni. Il clima nel Lazio nei prossimi decenni sarà caratterizzato da un aumento delle temperature e da una diminuzione delle precipitazioni, oltre a un contemporaneo aumento di fenomeni di piogge estreme. A Roma la temperatura media nella stagione estiva, con salirà di 6°C in una scala di 100 anni, e in autunno, di 5°C, secondo i dati elaborati dal Centro Studi per il Cambiamento Climatico, promosso da Greenway Group Srl ed Ecogest Spa, che ha pubblicato recentemente il Report climatico della regione Lazio.


Aumento delle temperature e delle notti tropicali

Le proiezioni degli indicatori per il futuro mostrano un generale aumento della temperatura media, con un incremento fino a 1,9°C nel 2050. Questo valore coincide con quello atteso per la macro-zone dell’Italia centrale. Lo scenario che si prospetta nei prossimi 25/30 anni mostra una riduzione generale dei periodi con giorni molto freddi, cioè con temperature massime e minime inferiori a 0°C e crescita dei periodi con giorni ad alta temperatura, caratterizzati da ondate di calore e notti tropicali, in forte aumento per l'intera regione, con percentuali di frequenza più alte di quelle previste per l'intera area dell'Italia centrale.


Per quanto riguarda la città di Roma, in particolare, lo studio mostra un aumento della temperatura media nella stagione estiva, con +6°C in una scala di 100 anni, e in autunno, con +5°C applicando la medesima scala, oltre a una sensibile crescita del numero di giorni caldi.


Aumento delle piogge estreme e delle frane

L'analisi degli indicatori considerati per le precipitazioni intense, mostrano un aumento generale delle precipitazioni massime giornaliere e delle precipitazioni estreme (99° percentile di precipitazione), con una differenziazione tra le aree costiere, dove l’intensità dei fenomeni cresce, e le zone interne dove invece diminuisce. Per quanto riguarda il fenomeno della siccità, si prevede un leggero aumento dei giorni consecutivi di permanenza del fenomeno.


In questo contesto è possibile misurare anche il rischio di fenomeni idrogeologici estremi come le frane. Nel Lazio il 5,4 per cento del territorio della regione si trova in scenari di pericolosità elevata/molto elevata. A ciò corrispondono le aree allagabili, a seguito di eventi alluvionali, che si prevede siano il 2,5 per cento del territorio regionale a pericolosità elevata, per un'estensione di circa 442,498 chilometri quadrati.


Ripercussioni sulle colture agricole: "Necessaria azione concreta"

Tutto ciò comporta anche un’evoluzione delle colture agricole, per le quali le proiezioni mostrano come il mais e pomodoro saranno tra le poche coltivazioni che si adatteranno meglio ai nuovi scenari climatici.


«Il nostro studio – dichiara Valerio Molinari, presidente del CSCC e azionista di riferimento di Ecogest Spa cofondatrice del Centro Studi - ha lo scopo di fornire dati utili a orientare le future scelte infrastrutturali e manutentive sia a livello centrale che periferico, in ausilio e sostegno alle scelte strategiche delle amministrazioni di competenza, ma anche di dare il giusto peso alle conseguenze di un fenomeno progressivo ed inarrestabile quale il cambiamento climatico»


Un'azione concreta dovrebbe riguardare la manutenzione delle reti infrastrutturali come quelle stradali e della loro capacità di essere resilienti agli effetti del cambiamento climatico.


«È necessario che dalla diagnosi si passi alla cura affidandosi all’esperienza ed al know how di quanti, da tempo, hanno intuito i rischi insiti in questi cambiamenti studiandone non solo effetti, ma anche soluzioni efficaci per un’emergenza globale di tale portata», ha concluso Molinari



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