Minacce dal carcere: «Quando esco l'ammazzo di botte», detenuto contro il vigile che lo arrestò
- Rebecca Manganaro
- 10 gen
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Dopo un inseguimento e un tentato omicidio, il giovane minaccia il poliziotto dal carcere con una telefonata «noleggiata». Solidarietà del presidente Rocca all'agente

Un giovane romano di 26 anni, già coinvolto in un inseguimento con la polizia e arrestato per aver tentato di investire un vigile, ha minacciato l'agente con parole di vendetta mentre si trovava in carcere. La telefonata, avvenuta l'8 dicembre, è stata intercettata dalle forze dell'ordine, rivelando il profondo rancore del giovane verso il poliziotto, che secondo lui è stato responsabile del suo arresto. Durante la conversazione, il 26enne ha dichiarato che, una volta uscito di prigione, avrebbe «ammazzato di botte» il vigile coinvolto nel suo fermo.
Incarcerato a Regina Coeli, il giovane ha effettuato la telefonata utilizzando un cellulare noleggiato per 50 euro, contattando sua zia per esprimere il suo desiderio di vendetta.
L’inseguimento e il tentativo di investimento
La vicenda ha inizio il 24 ottobre scorso, quando il giovane, residente nella zona del Quadraro e appartenente a una batteria di malviventi con base nella baraccopoli di via dei Gordiani, non si fermò all’alt di una pattuglia della polizia locale. Ne è seguito un inseguimento ad alta velocità tra il Prenestino e Centocelle, con l'auto del giovane che ha seminato il panico tra il traffico romano. La fuga si è conclusa con una manovra spericolata in cui il conducente ha cercato di investire uno dei vigili, mentre l’agente, caduto a terra, ha risposto sparando contro uno degli pneumatici della Fiat Punto. Nonostante la ruota bucata, l’uomo è riuscito a fuggire, ma i passeggeri sono stati arrestati e identificati.
Il 26enne è stato arrestato dai carabinieri il 20 novembre, dopo essere stato riconosciuto come conducente del veicolo in fuga. Le indagini hanno portato a una custodia cautelare in carcere per tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate, in relazione ai fatti di quel giorno.
La solidarietà istituzionale
Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha espresso solidarietà all'agente della polizia locale coinvolto. Rocca ha dichiarato: «Desidero esprimere la mia personale solidarietà e quella della giunta regionale del Lazio all'agente della polizia locale di Roma, oggetto di gravi e inquietanti minacce da parte del detenuto recluso, che aveva contribuito a far arrestare. Episodi come questi impongono che le Istituzioni operino con la massima sinergia per garantire la sicurezza di chi, ogni giorno, lavora per affermare il valore supremo della legalità».